Abbiamo avuto modo di visionare la versione italiana del rock-musical Green Day’s American Idiot, in scena al Teatro della Luna di Assago fino al 12 febbraio.
Ispirato a Tommy, film del 1975 bastato sull’omonimo album della mitica rock band The Who e considerato una delle prime opere rock nella storia della musica, con liriche e libretto di Billy Joe Armstrong, il celebre front man dei Green Day. Un ritratto del disagio giovanile post-adolescenziale, un “racconto di formazione” ambientato in un recente passato nella periferia suburbana di una grande città. Racconta la crescita di tre giovani amici, Johnny, Will e Tunny, alla ricerca di un senso della loro vita in una società fortemente influenzata dai media, apatica e senza prospettive.
Protagonisti sono i tre amici Johnny, il “Jesus of Suburbia”, specchio del leader dei Green Day, Tunny e Will. Mentre i tre ragazzi prendono decisioni coraggiose e si muovono in un mondo senza valori né certezze, sospinti dal ritmo elettrizzante dei Green Day, le loro strade si dividono: Tunny va in guerra, Will rimane a casa per affrontare responsabilità familiari, mentre Johnny incontra St.Jimmy, un alter ego seducente e pericoloso che lo avvicina alla lussuria e all’immoralità. Non può mancare l’amore, i ragazzi saranno accompagnati nel loro percorso di crescita personale da Whatsername, la ragazza di cui si innamora Johnny, Heather e Extraordinary Girl.
Non a caso questo spettacolo ha vinto 2 Tony Award e un Grammy. Sarà per la colonna sonora che comprende l’intero omonimo album della band statunitense vincitore del disco di platino nel 2004 più una canzone inedita, sarà per l’ottima regia di Marco Iacomelli, le scene di Gabriele Moreschi e le coreografie di Michael Cothren Peña, o per la passione e bravura dei giovani interpreti, ma ci possiamo dire sinceramente colpiti (e succede raramente).
Possiamo affermare con decisione che la produzione italiana di musical, con questo titolo ha fatto un balzo in avanti. Assolutamente da non perdere!
Direttore editoriale di No#News Magazine.
Viaggiatore iperattivo, tenta sempre di confondersi con la popolazione indigena.
Amante della lettura, legge un po’ di tutto. Dai cupi autori russi, passando per i libertini francesi, attraverso i pessimisti tedeschi, per arrivare ai sofferenti per amore, inglesi. Tra gli scrittori moderni tra i preferiti spiccano Roddy Doyle, Nick Hornby e Francesco Muzzopappa.
Melomane vecchio stampo: è chiamato il fondamentalista del Loggione. Ama il dramma verdiano così come le atmosfere oniriche di Wagner. L’opera preferita tuttavia rimane la Tosca.