Nella notte vibrante di Milano, l’ippodromo di San Siro si è trasformato in un epicentro di energia pura, ospitando il fenomeno globale Travis Scott. Più di un semplice concerto, è stata una celebrazione di suoni, luci e sinergia collettiva che ha fatto letteralmente tremare il terreno sotto i piedi di oltre 70.000 fan.
Nato come Jacques Berman Webster II nel 1992, Travis Scott è emerso come una delle figure più innovative e influenti nel panorama della musica hip-hop. Cresciuto a Missouri City, vicino a Houston, Texas, Scott ha iniziato la sua carriera musicale come produttore prima di farsi strada come rapper. Il suo stile unico e la sua capacità di fondere elementi di trap, hip-hop e musica psichedelica hanno catturato l’attenzione di critici e fan sin dal suo primo album in studio, “Rodeo”.
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Conosciuto per i suoi live dinamici e la sua estetica visionaria, Scott ha pubblicato diversi album di successo, tra cui “Birds in the Trap Sing McKnight” e “Astroworld”, quest’ultimo un omaggio al parco divertimenti ormai chiuso di Houston e un metaforico viaggio attraverso la sua psiche. Oltre alla musica, Scott ha collaborato con marchi di moda e ha lanciato la sua etichetta discografica, Cactus Jack Records.
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La sua influenza si estende ben oltre la musica, diventando un’icona culturale che incarna lo spirito di una generazione che non teme di esprimere se stessa e di sfidare le convenzioni. Con il concerto di San Siro, Travis Scott ha dimostrato ancora una volta di essere un maestro dell’esperienza live, un artista che non solo canta o rappresenta, ma trasforma ogni spettacolo in un’opera d’arte vivente.
Il rapper di Houston, noto per la sua presenza scenica carismatica e le performance ipnotiche, non ha deluso le aspettative. Con un ingresso trionfale, Scott ha scatenato un’onda di entusiasmo che ha attraversato l’intero spazio dell’ippodromo, trasformandolo in un universo parallelo, la sua “Utopia”. Le esplosioni pirotecniche e le fiamme chimiche hanno illuminato la scena, mentre i bassi potenti hanno risuonato come un battito cardiaco collettivo.
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La scaletta del concerto ha navigato attraverso un repertorio di hit come “Butterfly Effect” e “Goosebumps”, alternando momenti di pura euforia a quelli più introspettivi con “My Eyes”, brano che segna un legame profondo tra l’artista e la sua arte. Ogni canzone è stata un capitolo di un racconto più grande, quello di un artista che continua a ridefinire i confini della musica contemporanea. La hit FE!N è stata ripetuta la bellezza di 9 volte…
@brysomilan
SCALETTA DEL CONCERTO DI TRAVIS SCOTT ALL’IPPODROMO LA MAURA DI MILANO
- HYAENA
- THANK GOD
- MODERN JAM
- Aye
- BACKR00MS
- Type Shit
- Nightcrawler
- SIRENS
- Upper Echelon
- Praise God
- GOD’S COUNTRY
- MY EYES
- BUTTERFLY EFFECT
- HIGHEST IN THE ROOM
- Mamacita
- CIRCUS MAXIMUS
- DELRESTO (ECHOES)
- I KNOW ?
- 90210
- MELTDOWN
- TOPIA TWINS
- NO BYSTANDERS
- FE!N
- FE!N
- FE!N
- FE!N
- FE!N
- FE!N
- FE!N
- FE!N
- FE!N
- SICKO MODE
- Antidote
- goosebumps
- STARGAZING
- TELEKINESIS
Non è stato solo uno spettacolo per le orecchie ma anche per gli occhi. La produzione visiva ha creato un’atmosfera surreale, con giochi di luci che si estendevano ben oltre l’arena, rendendo partecipi anche coloro che si trovavano all’esterno dell’ippodromo. Il pubblico, un mosaico di fan devoti e nuovi convertiti, si è mosso all’unisono, in un’esperienza che ha superato la mera dimensione del concerto per diventare un vero e proprio fenomeno culturale.
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Il concerto di Travis Scott a San Siro non è stato solo un evento musicale; è stata una dimostrazione di forza, un messaggio che attraversa generazioni e confini, unendo persone di ogni età e background in un unico, grande battito. E mentre la notte si concludeva, lasciando dietro di sé l’eco di un’esperienza indimenticabile, era chiaro che quello che era accaduto a San Siro non era stato solo un concerto, ma un vero e proprio terremoto artistico.
@cytopia7 italian crowd 🤌🏽🇮🇹 travisscott concert circusmaximustour milan
Travis Scott non si è limitato a esibirsi; ha creato un’esperienza viscerale che rimarrà impressa nella memoria di chi c’era. Un evento che ha riscritto le regole del live performance, confermando Scott non solo come un artista di punta della sua generazione, ma come un vero e proprio architetto di mondi sonori.
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Direttore editoriale di No#News Magazine.
Viaggiatore iperattivo, tenta sempre di confondersi con la popolazione indigena.
Amante della lettura, legge un po’ di tutto. Dai cupi autori russi, passando per i libertini francesi, attraverso i pessimisti tedeschi, per arrivare ai sofferenti per amore, inglesi. Tra gli scrittori moderni tra i preferiti spiccano Roddy Doyle, Nick Hornby e Francesco Muzzopappa.
Melomane vecchio stampo: è chiamato il fondamentalista del Loggione. Ama il dramma verdiano così come le atmosfere oniriche di Wagner. L’opera preferita tuttavia rimane la Tosca.
