Sembrava dovesse essere l’inizio della carriera da solista di Alex Turner, invece si tratta più semplicemente del sesto album in studio degli Arctic Monkeys, dal titolo Tranquility Base Hotel & Casino.

Quando è stato chiesto al frontman del gruppo, quali fossero i motivi riguardo questo cambio in corso d’opera, la risposta è stata “perché mi piace la loro compagnia”. Aggiungendo, poi, di essersi completamente perso in questo nuovo progetto e di esser stato tirato fuori da questa situazione di stallo, dal suo chitarrista Jamie Cook.

Gli Arctic Monkyes si aggiungono alla lunga lista di autori che, stanchi delle classiche ballad, cercano di tirar fuori nuove sfumature dal panorama del Britpop. L’ultimo in ordine cronologico è stato Noel Gallagher con il suo “cosmic pop” in “Who Built The Moon?”. Sempre rimanendo in casa dei fratelli di Manchester, Liam vede soffiarsi il record di maggior numero di vinili venduti durante la prima settimana di 16.000 copie, proprio dalla band di Alex Tuner con 24.500 dischi. Se, invece, si considerano le vendite, comprendendo tutti i formati disponibili, quindi includendo lo streaming ed il digitale, si raggiunge quota 86.000. Dati che motivano come Tranquility Base Hotel & Casino abbia conquistato facilmente le vette delle classifiche britanniche, proprio come tutti i precedenti lavori degli Arctic Monkyes.

Scordatevi pezzi come Do I Wanna Know? oppure R U Mine?. Il loro tempo ormai è passato e l’ennesima sperimentazione proposta dalla band, questa volta farà storcere il naso a molti. Spariscono quasi completamente le chitarre, sostituite dal pianoforte. Il ritmo da coinvolgente e frenetico diventa più soft, più retrò, ricreando atmosfere jazz molto anni 70. Via, perfino, ritornelli e melodie, per dare spazio al testo, alle parole ed il loro significato. Sono questi i pilastri su cui si basa la rivoluzione musicale della band.

Non piacerà subito, bisognerà ascoltarlo e riascoltarlo con attenzione, fino a quando si inizierà ad intravedere il genio di Alex Turner. Non aspettate che qualche simpatico motivetto vi entri spontaneamente in testa e vi accompagni per il resto della giornata. Non accadrà, perché Tranquility Base Hotel & Casino non vuole essere quel tipo di disco. Non vuole essere pop, nel suo significato più commerciale. Per questo motivo l’album, proprio come il vino pregiato, non è per tutti. Va gustato e assaporato, lentamente, per poterne cogliere in pieno la sua vera essenza. Tra le note “più fruttate” troviamo Star Treatment, Four Out Of Five e The Ultracheese. Noi vi garantiamo che non sa di tappo come può sembrare.