L’album d’esordio Word gets around, uscito nel 1997 e posizionatosi in sesta posizione nelle classifiche britanniche, sanciva l’inizio della lunga carriera degli Stereophonics, band rock gallese tra i massimi esponenti della seconda ondata del BritPop.

Da allora la band ne ha fatta di strada: hanno sperimentato, sono maturati, qualche membro è anche cambiato ma sono riusciti a rimanere costantemente aggrappati ai primi posti delle classifiche, collezionando successi, uno dopo l’altro!

Nel 2017, a novembre, è uscito il loro decimo album registrato in studio, Scream above the sounds e quale miglior modo di festeggiare 20 anni di carriera se non con un tour europeo?

Scaletta del concerto degli Stereophonics al Fabrique del 5 febbraio 2018

      • Chances Are
      • Caught by the Wind
      • C’est La Vie
      • I Wanna Get Lost With You
      • All in One Night
      • Superman
      • More Life in a Tramp’s Vest
      • I Wouldn’t Believe Your Radio
      • Maybe Tomorrow
      • Have a Nice Day
      • Mr Writer
      • Mr and Mrs Smith
      • Step On My Old Size Nines
      • Geronimo
      • What’s All the Fuss About?
      • Indian Summer
      • Sunny
      • Local Boy in the Photograph
      • Just Looking
      • Traffic
      • Taken a Tumble
      • The Bartender and the Thief (Ace Of Spades snippet)
      • A Thousand Trees
      • Dakota

L’Italia anche questa volta è stata scelta tra le tappe: location dell’evento il “Fabrique” di Milano colmo di affezionati fan da tutto il paese, in trepidante attesa.

Il concerto è iniziato con due canzoni del nuovo album per poi passare a brani di grande successo come “C’est la vie” risvegliando vecchie emozioni nei fan più accaniti.

A fine serata, gli spettatori hanno attribuito alla performance un giudizio positivo dettato dalle capacità “tecniche” dimostrate dal gruppo, capacità non riconducibili alle numerose boy band che negli anni hanno attraversato la scena musicale.

E, probabilmente, ciò che non ha reso gli Stereophonics una band “di passaggio”, oltre alle evidenti doti musicali, è stata la loro discrezione: l’unico mezzo di comunicazione con il pubblico è la musica, con testi tuttavia sempre “politically correct”, mai polemici, nonostante i temi delicati talvolta trattati.

Come ha dichiarato il leader: raccontiamo la vita delle persone, ma non abbiamo mai espresso punti di vista politici radicali perché la cosa può diventare pretenziosa.