Una chitarra, la sua, una batteria e un basso a scandire il tempo, una tastiera per accompagnare e l’utilizzo delle basi registrate in sottofondo.
Ce lo aveva descritto così il suo concerto, in Quattro Chiacchiere con Scarda, Tra Amore, Musica e Tormentone, e così è stato. Anzi, forse anche meglio.
L’apertura del concerto è affidata ai Galil3o che intrattengono il pubblico con i propri inediti per una mezz’ora.
Scarda si fa attendere, ma alle 23.20 fa il suo ingresso sul palco. Occhiali scuri, camicia di jeans, chitarra ed ecco che Bianca inizia ad attirare le circa 300 persone vicino al palco come fossero magneti.
Si balla, si canta, i telefoni sono tutti puntati sull’artista, protagonista di foto, video e storie su Instagram. Tra una canzone e l’altra, Scarda gioca con il suo pubblico con battute, risate e tanta empatia. Un’empatia che si percepiva già nell’album, ma che live coinvolge ancora di più.
L’ultimo accordo della sua chitarra, in ogni canzone, coincide sempre con urla ed applausi della gente che apprezza e non vede l’ora di tuffarsi nel prossimo pezzo. Scarda, apprezza, va avanti, si diverte e riempie la sala del Largo Venue di note e di quella malinconia, che abbiamo imparato ad amare ne I Piedi Sul Cruscotto prima e Tormentone da qualche settimana.
La scaletta mischia i brani del vecchio e del nuovo album, riuscendo a creare quel continuo sali e scendi, che Nico ci aveva raccontato durante l’intervista. La band funziona e dopo qualche piccolo errore iniziale, dovuto all’emozione di trovarsi di fronte ad un pubblico del genere, non sbaglia praticamente nulla.
Gli arrangiamenti proposti mettono in primo piano gli strumenti musicali, piuttosto che le basi registrate e danno un tocco ancora più intimo ai testi. Dai commenti vicino a me, scopro che non sono l’unico che avrebbe preferito questo sound anche nell’ultimo album.
La voce di Scarda, suona graffiante ed emozionata allo stesso tempo. La gente osserva in silenzio, muovendo solo le mani al cielo e saltando a tempo con la batteria. Più che un concerto, Scarda e la sua band disegnano le forme di una festa tra amici. Una di quelle serate passate con una chitarra, una birra e tutti stretti a cantare al cielo. Scarda è uno di noi. Fa parte del pubblico, l’unica differenza è che ha un microfono e una chitarra. Una volta finito il concerto scende e scambia due parole con tutti. “Se potessi vi abbraccerei tutti uno ad uno. Anzi vi offrirei una birra ma non credo me lo potrei permettere”.
Questo è Scarda.
Uno che, citando le parole Francesco Galioto dei Galil3o, non è solo un bravo artista, ma anche una bella persona e questo nel mondo della musica non capita tutti i giorni.
Studia Ingegneria Meccanica a Roma, città in cui vive e che ama.
Nato mentre nei cinema proiettavano “I Soliti Sospetti” di Bryan Singer e nell’aria riecheggiava (What’s The Story) Morning Glory? degli Oasis.
Il cibo, lo sport e le sfide completano il quadro delle sue passioni.