L’estate 2017, più di altre, offre una scelta di live di spessore. Hanno aperto i Kiss con due date a maggio, a giugno sono attesi a Milano Green Day, Radiohead, Linkin Park agli I-days e Depeche Mode e RHCP a San Siro, mentre a Firenze suonano Aerosmith, Cranberries e Eddie Vedder, a luglio i Coldplay a Milano e gli U2 a Roma, per finire con i settembrini Stones a Lucca.

Ma l’evento dell’anno è senza dubbio il mega concerto dei Guns ‘n Roses che si è tenuto all’Autodromo di Imola sabato 10 giugno, unica data italiana, che ha visto i 90.000 biglietti esauriti in poche ore nel giorno di apertura delle vendite il 9 dicembre scorso.

Un concerto mitico sotto svariati punti di vista. Primo fra tutti, la partecipazione delle nove decine di migliaia di fans che hanno voluto riabbracciare un gruppo che non veniva in Italia da ben 25 anni. Come non accennare poi alla formazione, che dopo 21 anni di carriera separata, vede la reunion del frontman Axl Rose con il mitico chitarrista della band Slash. Curioso che quattro anni fa Axl, interpellato sulla possibilità di una reunion, affermò “Not in this lifetime…”. A quanto pare i miracoli avvengono, ed ecco che la band californiana è nel pieno del “Not in this lifetime tour” che prevede 118 tappe intorno al mondo e che ha fatturato fino ad ora 230 milioni di dollari.

Imola si è fatta trovare preparata. Memore del concerto-evento degli AC/DC del 2015, ha saputo gestire egregiamente la marea umana arrivata da ogni parte d’Europa e del pianeta, nel cuore della pianura padana.

Personalmente, mi sono fatto coinvolgere dalla febbre del rock ed ho seguito alcuni fans durante il GNR DAY e ve ne faccio partecipi.

I più tenaci sono arrivati già il giorno precedente, soggiornando sotto le stelle nella grande area verde a ridosso della venue adibita dal comune a campeggio, altri hanno raggiunto la piccola cittadina emiliano-romagnola, con auto, bus e treni.

Tutti puntuali all’apertura dei cancelli alle 10 del mattino, al fine di occupare i posti più ambiti, quelli a ridosso del palcoscenico. Le misure di sicurezza, dopo i recenti avvenimenti, sono state intensificate (lunga la lista degli oggetti vietati, zaini oltre i 10 litri, tablet e spray antizanzare sono solo alcuni esempi), ma devo dire che sono state gestite con grande competenza ed in maniera fluida.

La giornata è lunga e afosa sotto il sole imolese, ma nebulizzatori, idranti e l’intrattenimento no-stop di Virgin Radio, uniti ad una bella piadina cipolla, peperoni e salsiccia, hanno reso il bivacco sopportabile. Tante le storie, come quella di una coppia russa di Vladivostok che, in vacanza a Riccione viene a sapere che a Imola ci sono i Guns, prova a vedere su un sito di secondary ticketing cosa c’è disponibile e riesce a rimediare due biglietti gold a 115 euro ciascuno. Che dire il fattore C….

Il sole inizia a calare e l’aria diventa più respirabile, quando alle 18.45 salgono sul palco Phil Campbell & The Bastard Sons, prima band di questa data del tour, capeggiata dal chitarrista dei Motörhead che inizia a scaldare il pubblico, reattivo in particolare sulle cover della band britannica Born to Rise Hell e Ace of Spades.

SCALETTA DEL CONCERTO DI PHIL CAMPBELL & THE BASTARD SONS A IMOLA DEL 10 GIUGNO 2017

  • Big mouth
  • Spiders
  • Take Aim
  • Born to Rise Hell
  • No Turnig Back
  • Ace of Spades

E’ poi il turno della band glam-rock The Darkness, la cui performance di un’ora già vale parte del costo del biglietto. Pubblico scatenatissimo su One Way Ticket e I Believe in a Thing Called Love.

SCALETTA DEL CONCERTO DEI THE DARKNESS A IMOLA DEL 10 GIUGNO 2017

  • Black Shuck
  • Every Inch of You
  • Growing on Me
  • One Way Ticket
  • Love Is Only a Feeling
  • Solid Gold
  • Get Your Hands Off My Woman
  • I Believe in a Thing Called Love
  • Love on the Rocks With No Ice

Il popolo di Imola è già carichissimo e l’attenzione è al massimo quando alle 20.40, sorprendentemente in anticipo di 5 minuti, riecheggiano le note il classico intro formato dalla sigla dei Looney Tunes e dal brano “The Equalizer”. Tutti sanno che è il preludio all’inizio del concerto… esplosione di entusiasmo quando sul palco appaiono Slash e Duff McKagan ed iniziano a risuonare gli accordi di chitarra e basso di It’s so Easy. Delirio! Occhiali a goccia e camicia di flanella a scacchi d’ordinanza legata alla vita, avvinghiato all’asta fuxia del microfono, saltellando con grinta appare quindi Axl, appesantito dagli anni, ma questo lo sapevamo già, con la sua t-shirt Harley-Davidson.

La scaletta scelta per la serata, ricalca grosso modo quella vista nelle precedenti date del tour, dando ampio spazio alle canzoni tratte da Appetite for Destruction, l’album d’esordio della band, inframezzate da brani del terzo, quarto e ultimo album (Chinese Democracy pubblicato nel 2008 e frutto di un lavoro solitario di Axl di ben 14 anni). Numerose le cover (meglio degli originali, possiamo dirlo?) di band d’ispirazione per il gruppo nonchè tributi, come Black Hole Sun, in ricordo di Chris Cornell, venuto a mancare il mese scorso.

SCALETTA DEL CONCERTO DEI GUNS ‘N ROSES A IMOLA DEL 10 GIUGNO 2017

  • It’s So Easy
  • Mr. Brownstone
  • Chinese Democracy
  • Welcome to the Jungle
  • Double Talkin’ Jive
  • Better
  • Estranged
  • Live and Let Die (Wings cover)
  • Rocket Queen
  • You Could Be Mine
  • Attitude (Misfits cover)
  • This I Love
  • Civil War
  • Yesterdays
  • Coma
  • Speak Softly Love (Tema del padrino)
  • Sweet Child O’ Mine
  • My Michelle
  • Wish You Were Here (Pink Floyd cover)
  • Layla intro
  • November Rain
  • Knockin’ on Heaven’s Door (Bob Dylan cover)
  • Nightrain
  • Don’t Cry
  • Black Hole Sun (Soundgarden cover)
  • The Seeker (The Who cover)
  • Paradise City

Sono stati eseguiti tutti i brani più noti ed amati, che hanno decretato il successo della band Welcome to the JungleYou Could Be Mine, YesterdaysSweet Child O’ MineNovember RainNightrain, Don’t Cry, ma attenzione è stata rivolta anche a quelli poco suonati nei concerti, come Coma.

Si è talmente presi, che non ci si accorge che sono già le 23.10 e sulle note di Paradise City la folla si scatena in un mega-coro che praticamente supera in intensità la voce di Axl e, sotto un cielo rischiarato dai fuochi d’artificio, la serata volge al termine.

Due ore e mezza di rock di alto livello, un concerto che non ha di certo deluso il pubblico, nonostante le imperfezioni (per non chiamarle stecche…) tipiche di un live. Tanti gli spazi riservati a Slash che ha regalato virtuosismi che pochi come lui, non mi sarei quindi mai aspettato la sbavatura quando perde platealmente una corda, la dimostrazione che anche un dio (della chitarra) è fallibile.

Mentre la folla si avvia lentamente e in allegria verso i propri mezzi per il rientro a casa (le code dureranno fino all’alba del giorno seguente), i membri della band partono a sirene spiegate alla volta del proprio albergo nel centro di Bologna, ognuno su un van differente. Che la pace tra Axl e Slash sia semplicemente una manovra di business? Sul palco non si è vista molta unità fra i vari membri. Ma anche se fosse, importa veramente quando ci troviamo davanti ad uno spettacolo del genere? Molto probabilmente no.

Quello che invece avrei voluto vedere è un minimo di interazione con il pubblico. Per il resto, un concerto che resterà negli annali del rock italiano.