Un lampo ha attraversato il cielo di Modena all’imbrunire di sabato 25 aprile. Dopo un interminabile attesa durata 5 anni dal precedente concerto, i leggendari AC/DC sono finalmente saliti sul palco di fronte a 100.000 fan acclamanti e assetati di rock’n’roll. Da quel momento in poi, il Campovolo è stato scosso da un tuono incessante di riff e assoli roventi per oltre due ore e mezza di puro delirio hard rock.
La band australiana, sulla cresta dell’onda da quasi mezzo secolo, ha trasformato la vasta area dell’ex area di tiro di Modena in un vero e proprio campo di battaglia sonora. Agli ordini del sempreverde Angus Young, l’inarrestabile formazione ha scaricato un arsenale di classici senza soluzione di continuità, facendo mancare il fiato ai presenti.
Sin dalle prime, assordanti note di “Thunderstruck”, il pubblico è esploso in un furente delirio collettivo. Incuranti dei capelli sempre più radi e delle rughe d’esperienza, i fan hanno saltato, sbracciato e headbangato come nei gloriosi anni ’80. Mentre Angus si scatenava con le sue iconiche movenze da bimbo terribile, i fratelli Young hanno guidato la loro band in una perfetta esecuzione dei successi che hanno definito intere generazioni.
Da “Highway to Hell” a “Back in Black”, “Hells Bells” e “You Shook Me All Night Long”, ogni brano è stato accolto come un vecchio amico ritrovato. Le potenti linee di basso di Cliff Williams hanno rimbombato nei petti degli spettatori, mentre Phil Rudd con la sua insuperabile tecnica ha martellato implacabilmente la batteria, dando vita a quel marchio di fabbrica groove unico e inimitabile.
Ma il vero mattatore della serata è stato l’instancabile Angus, che ancora una volta ha dimostrato di essere l’ultimo, vero fuoriclasse del rock’n’roll. Danzando e saltellando per tutto il palco con la sua infinita energia da eterno ragazzino, il mitico chitarrista ha divertito e trascinato la folla senza sosta. I suoi assoli al fulminio hanno lasciato tutti a bocca aperta, mentre i suoi balletti in mutande rappresentano ormai una vera e propria istituzione per i fan.
A un certo punto, durante l’ennesima, scatenata esecuzione di “Whole Lotta Rosie”, Angus è letteralmente scomparso dalla vista per alcuni interminabili minuti. Solo per riapparire poi, in cima a un’imponente scalinata al centro del palco, impugnando la sua inseparabile chitarra e scatenando l’apoteosi tra il pubblico in delirio.
Con l’abilità di veri, infallibili professionisti del palcoscenico, gli AC/DC hanno incorniciato con “Let There Be Rock” e l’immancabile “Highway to Hell” una lunga serie di bis totalmente freaked out. Nessuna cavatina o momentaneo calo di tensione, solo un impetuoso e incessante tornado di hard rock nella sua forma più pura e viscerale.
Mentre i quattro rockers si congedavano dal pubblico ormai stremato e con le voci roche, una sola, incontrovertibile certezza rimaneva: la vera, pura essenza del rock’n’roll è ancora viva e vegeta. E quando si chiamano in causa degli certosini della scena come gli AC/DC, diventa persino immortale. Lunga vita al rock!
La scaletta del concerto degli AC/DC del 25 maggio 2024 a Reggio Emilia
01. If You Want Blood (You’ve Got It)
02. Back in Black
03. Demon Fire
04. Shot Down in Flames
05. Thunderstruck
06. Have a Drink on Me
07. Hells Bells
08. Shot in the Dark
09. Stiff Upper Lip
10. Shoot to Thrill
11. Sin City
12. Rock ‘n’ Roll Train
13. Dirty Deeds Done Dirt Cheap
14. High Voltage
15. Riff Raff
16. You Shook Me All Night Long
17. Highway to Hell
18. Whole Lotta Rosie
19. Let There Be Rock
20. T.N.T.
21. For Those About to Rock (We Salute You)

Direttore editoriale di No#News Magazine.
Viaggiatore iperattivo, tenta sempre di confondersi con la popolazione indigena.
Amante della lettura, legge un po’ di tutto. Dai cupi autori russi, passando per i libertini francesi, attraverso i pessimisti tedeschi, per arrivare ai sofferenti per amore, inglesi. Tra gli scrittori moderni tra i preferiti spiccano Roddy Doyle, Nick Hornby e Francesco Muzzopappa.
Melomane vecchio stampo: è chiamato il fondamentalista del Loggione. Ama il dramma verdiano così come le atmosfere oniriche di Wagner. L’opera preferita tuttavia rimane la Tosca.