Le migliaia di spettatori riunitisi il 23 Giugno alla Summer Arena di Assago, alle porte di Milano, erano curiosi di sentire con le proprie orecchie se i Judas Priest, storica band formatasi a Birmingam nel 1969, icona mondiale (praticamente gli inventori) dell’Heavy Metal, fossero ancora all’altezza del titolo di Metal Gods. Indubbiamente si!
L’arduo compito di aprire il concerto è stato affidato ai Five Finger Death Punch (5FDP), gruppo americano formatosi a Los Angeles dieci anni or sono, riconducibile al Groove e Alternative Metal, molto lontano da quello dei Judas. La scommessa ha funzionato, la giovane band conquista il pubblico con una scaletta energica, valorizzata dal vocione del cantante Ivan Moody e dalla presenza scenica del gruppo.
Il frontman dei 5FDP si presenta con una mano rossa (simbolo del nuovo disco) tatuata in faccia, Jeremy Spencer siede dietro la batteria mascherato da scheletro, Jason Hook con capigliatura da mohicano suona una chitarra dotata di luminosissime lucine verdi, mitici i dreadlock del chitarrista Zoltan Bathory che fanno la pari con l’impegnativa barba del bassista Chris Kael.
Scaletta dei 5FDP del 23 Giugno alla Summer Arena di Assago
Under and Over It
Burn It Down
Hard to See
Lift Me Up
Bad Company
Burn MF
Coming Down
Never Enough
The Bleeding
Preso alla parola l’invito su Burn It Down con una partecipazione del pubblico, elettrizzato ed infiammato dalle note acute che scorrevano nei corpi e risuonavano sugli scheletri. Durante il concerto, i 5FDP pescano un ragazzino dal pubblico ed indicandolo affermano che “Questa è la nuova generazione dell’Heavy Metal!”. Il Metal non è morto, anzi è più vivo che mai.
Sulle note di Dragonaut, una delle composizioni più note del periodo di Ozzy Osbourne con i Black Sabbath, si apre la seconda parte del concerto. Rob Halford entra in scena con un bastone da passeggio, per poi scatenarsi, passando per l’intro di Battle Cry, su Dragonaut, primo brano del recente album “Redeemer of Souls”, da cui prende il nome anche il tour mondiale.
Scaletta dei Judas Priest del 23 Giugno alla Summer Arena di Assago
War Pigs (Black Sabbath song) (partial)
Battle Cry (Intro Chords)
Dragonaut
Metal Gods
Devil’s Child
Victim of Changes
Halls of Valhalla
Love Bites
March of the Damned
Turbo Lover
Redeemer of Souls
Beyond the Realms of Death
Jawbreaker
Breaking the Law
Hell Bent for Leather
Encore 1:
Electric Eye
You’ve Got Another Thing Comin’
Encore 2:
Painkiller
Living After Midnight
Beginning of the End (partial)
Performance al top della carica sonora e vocale per il gruppo, che picchia duro per tutto il tempo dell’esibizione, con un mix di pezzi recenti e storici. Chiusura con il botto con tanto di Harley Davidson cavalcata da Halford sulle note di Hell Bent for Leather, che precede ben due encore, dove Painkiller risulta la più animata.
Fortunatamente, la vecchia generazione non è ancora pronta a passare il testimone, quindi c’è buona probabilità che accompagnerà ancora per un pò di tempo i giovani, guidandoli nella giusta direzione, nel loro percorso di crescita e maturazione musicale.
Direttore editoriale di No#News Magazine.
Viaggiatore iperattivo, tenta sempre di confondersi con la popolazione indigena.
Amante della lettura, legge un po’ di tutto. Dai cupi autori russi, passando per i libertini francesi, attraverso i pessimisti tedeschi, per arrivare ai sofferenti per amore, inglesi. Tra gli scrittori moderni tra i preferiti spiccano Roddy Doyle, Nick Hornby e Francesco Muzzopappa.
Melomane vecchio stampo: è chiamato il fondamentalista del Loggione. Ama il dramma verdiano così come le atmosfere oniriche di Wagner. L’opera preferita tuttavia rimane la Tosca.