Alle 20.15, in una notte limpida e stellata, sotto il cielo milanese graziato anche dal solito temporale estivo, ha avuto inizio la straordinaria performance di Bruce Springsteen e della “E Street Band”.
Sale sul palco, Il Boss, e l’intero, gremito, stadio di San Siro si mobilita a creare, con cartoncini bianchi, turchese e verdi, la scritta di:
«Dreams Are Alive Tonite»
Bruce è magico, come i sogni, e come i sogni che si realizzano anche “toccare” il proprio idolo per i fortunati fan delle prime file si realizza già dalla seconda canzone perché “Il Boss” non disdegna di salutarli già da subito. E quasi a fine concerto ci saranno 3 fortunatissime ragazze e un ragazzo che saliranno sul palco e insieme a lui si esibiranno in Dancing in the Dark.
Bruce ama il suo pubblico, interagisce, lo coinvolge, raccoglie i gadget che gli vengono offerti, legge i cartelli, e ora sappiamo che la rana si chiama “Lucille”.
E quando intona The River l’intero Stadio, smartphone in mano, crea la magica atmosfera per accompagnarlo nella sua esibizione, da brividi è dire poco.
Cambio di scaletta, ma non per questo meno bello, meno intenso. L’unica pecca la pessima acustica durante tutto il concerto.
Scaletta del concerto di Bruce Springsteen del 3 Luglio 2016 allo Stadio San Siro di Milano
Nel pomeriggio, pre-show per i fortunati fans già lì, solo e in acustico:
- Growin’ up
Concerto serale:
- Land of Hope and Dreams
- The ties that bind
- Sherry Darling
- Spirit in the Night
- My Love Will Not Let You Down
- Jackson Cage
- Two hearts
- Indipendence day
- Hungry heart
- Out in the Street
- Crush on You
- Lucille (cover di Little Richard, prima esecuzione nel “The river tour 2016”)
- You Can Look (But You Better Not Touch)
- Death to My Hometown
- The River
- Point Blank
- Trapped (cover di Jimmy Cliff)
- The promised land
- I’m a Rocker
- Lucky Town
- Working on the Highway
- Darlington County
- I’m on Fire
- Drive All Night
- Because the Night
- The Rising
- Badlands
Bis I:
- Jungleland
- Born in the U.S.A.
- Born to run
- Ramrod
- Dancing in the Dark
- Tenth Avenue Freeze-Out
- Shout (cover degli Isley Brothers)
Bis II:
- Thunder Road (da solo, in acustico)
E mentre si esibisce in Tenth Avenue Freeze-out sullo schermo compaiono le immagini di Clarence Clemons, storico e compianto sassofonista del gruppo (oltre a collaborazioni tanti altri, fra cui anche Zucchero Fornacciari) fino al 2011, anno della improvvisa scomparsa. Ora egregiamente sostituito dal nipote Jack.
E ci ricorda che Independence Day è la sua prima canzone ispirata ai figli.
E poi Shout, eseguita insieme al pubblico che canta e balla insieme a lui; e come non ricordare Because the Night (scritta da Bruce, ceduta e portata al successo da Patti Smith) di cui, l’esibizione, dell’assolo di Lofgren ci accompagnerà fino al giorno dopo.
E con l’esibizione di Thunder Road, da solista, con l’armonica e la chitarra cattura il silenzio dell’intero stadio.
Un concerto di Sprengsteen è da vedere almeno una volta nella vita, perché il suoi concerti non sono solo musica, sono anche coinvolgimento fisico e mentale.
E finito il concerto non ci resta altro che salutare e lo salutiamo così, guardando il palco vuoto e ringraziandolo delle 3 ore e 44 minuti che ci ha regalato e perdonandogli qualche sbavatura, perché alla sua età ha saputo regalarci ancora grandi emozioni perché non è facile essere a San Siro in mezzo a oltre 60.000 fan adoranti.
Alzando gli occhi al palco, e ancora più su fino a vedere la bandiera americana che sventola e sopra di essa solo le stelle del cielo milanese.
Grazie Bruce per esserci stato, grazie per averci fatto cantare ed emozionare.
Direttore editoriale di No#News Magazine.
Viaggiatore iperattivo, tenta sempre di confondersi con la popolazione indigena.
Amante della lettura, legge un po’ di tutto. Dai cupi autori russi, passando per i libertini francesi, attraverso i pessimisti tedeschi, per arrivare ai sofferenti per amore, inglesi. Tra gli scrittori moderni tra i preferiti spiccano Roddy Doyle, Nick Hornby e Francesco Muzzopappa.
Melomane vecchio stampo: è chiamato il fondamentalista del Loggione. Ama il dramma verdiano così come le atmosfere oniriche di Wagner. L’opera preferita tuttavia rimane la Tosca.