Ci sono giorni in cui mi mancano tutti, anche quelli che ho mandato via io. Sono i giorni in cui mi sento più sola, smarrita.

Ed era vero. Sono sua madre. Non dovrei dare nulla per scontato, dovrei essere concentrata come un dio, ragionare come un dio, esercitare l’amore in ogni momento, perché l’amore è esercizio di presenza. Il problema è che io la amo con tutta me stessa, ma la amo soprattutto in assenza. Quando è con me, invece, provo qualcosa di esasperato e inammissibile che mi confonde e mi agita.

Si continua a essere di qualcuno anche se quel qualcuno non c’è più? Ci sono ruoli per cui il prefisso ex non vale. Per certi legami non c’è prescrizione mai, oltre il tempo e i fatti della vita.

Dicono che i bambini passino la fase dei perché, perché quello e perché l’altro, ma a lui sembra il contrario, sono i grandi a chiedergli continuamente il perché delle cose: perché fai così? Perché non sorridi? Perché non parli? Lui non sa rispondere, nemmeno quando il padre, una volta saliti in macchina, gli chiede se è triste.

Riccardo, ambizioso e determinato su tutto, aveva capito quanto potesse essere esaltante farsi vincere dall’amore, avere la peggio. Avrebbe voluto provare lo stesso per una donna, amarla tanto da mettere in secondo piano le proprie ragioni, ma non ne era mai stato capace. Eppure immaginava che l’amore fosse proprio questo: la migliore delle sconfitte.

Ho visitato quella notte milioni di volte e ho imparato che il ricordo è un paradosso, perché preserva il momento e insieme lo sgualcisce, lo slabbra, bisogna farne buon uso della memoria.

Ci sono dolori che il tempo non cura. Che il tempo sia una medicina è vero solo a metà: è una medicina che non ti fa guarire, al massimo silenzia i sintomi della malattia. Il tempo al massimo è un anestetico.

Le persone, quelle giuste, riparano le crepe, le ossa rotte, i giorni andati, e riparano anche nell’altro senso, dal brutto, dal pericolo.

Provare tenerezza per sé stessi è una tentazione a cui non ci si deve abbandonare, come permettersi di essere tristi a lungo. La tenerezza per sé richiede cautela o si prende tutto, un senso di struggente protagonismo.

 

Tutto inizia con un “errore” o, meglio, con una verità.

Antonia, scrittrice di libri per bambini confessa davanti a un pubblico di piccoli scolari, riunitisi apposta per ascoltare la presentazione del suo ultimo libro, che Babbo Natale non esiste.

Si scatena il putiferio. Nell’era dei social lo scandalo diventa mediatico e per non soccombere agli attacchi di una agguerrita madre, che cerca notorietà più che serenità per il suo bambino, decide di rifugiarsi nella sua vecchia casa natìa.

Una casa che l’ha vista crescere, una casa in cui ha vissuto i suoi sogni di adolescente, dove ha coltivato i sogni sul futuro, dove ha visto nascere il suo grande amore, dove ha visto sgretolarsi il matrimonio dei suoi genitori, dove ha visto sua madre arrivare alla vecchia e soccombere dignitosamente e con una grinta silenziosa alla malattia.

E sarà proprio in quella casa, come un viaggio a ritroso nel tempo, che Antonia ritroverà sé stessa dopo aver messo in discussione l’amore per sua figlia, il sentirsi una madre non sempre all’altezza della situazione, una donna di quarant’anni separatasi dal marito e sfiduciata nell’amore per un uomo.

E sarà proprio, partendo nuovamente da quella casa, che la vita di Antonia percorrerà una nuova strada senza dimenticarsi di quello che era e di quello che voleva diventare.

Un romanzo fatto di sentimenti, di ricordi anche dolorosi, di sconfitte e di rinascite.

Un romanzo che, silenziosamente, ti entra nel cuore e ci rimane per sempre, di una freschezza quasi primaverile anche quando racconta un dolore che ha devastato la giovinezza della protagonista.

I sorrisi non fanno rumore di Enrica Tesio, Si commettono errori, forse, perché stanchi di una vita che non ci appaga più

I sorrisi non fanno rumore
di Enrica Tesio
Bompiani