Bè, le pagine che seguono questa premessa sono i piccolo libro. Il testo completo che scrissi nelle due settimane durante le quali non mangiavo, non dormivo, mi tenevo sveglia a caffè e le parole sgorgarono sgomitando come una cascata d’acqua.

Da vent’anni lo dico, da vent’anni. Con una certa mitezza e non con questa collera, con questa passione, vent’anni fa su tutto ciò scrissi un articolo di fondo. Era l’articolo di una persona abituata a stare con tutte le razze e tutti i credi, l’una cittadina abituata a combattere tutti i fascismi e tutte le intolleranze, d’una laica senza tabù.

L’Italia …. priva di ideali vive nel culto delle comodità e per Libertà intende Licenza. («Io – faccio – quel – che – cazzo – mi – pare»). …. In Italia si parla sempre di Diritti e mai di Doveri.

Quell’Italia povera che ne consegue. Povera nell’onore, nell’orgoglio, nella coscienza e perfino nella grammatica.

L’Italia dei maestri e delle maestre, dei professori e delle professoresse da cui ricevo lettere nella quali gli errori di sintassi sono addirittura abbinati agli errori di ortografia.

Uguali le cecità, le meschinità, le miserie. Uguali la malafede, il voltagabbanismo, il terrorismo intellettuale. Uguale la demagogia spacciata per democrazia, la licenza contrabbandata come libertà, la menzogna come verità. Uguale la mancanza d’orgoglio per la propria cultura, quindi l’incapacità o il rifiuto di difenderla.

Questa Unione Europea che senza pudore fornica con gli Stati Arabi cui il petrolio serve per finanziare Al Qaida e che per intascare i sudici petrodollari gli vende di nascosto le nostre banche, le nostre aziende commerciali, i nostri alberghi, i nostri antichi palazzi. Questa Unione Europea che osa parlare di «Similitude-Culturale tra Occidente e Medio Oriente». Similitudine-Culturale?!? Dov’è la similitudine culturale, razza di pagliacci, di mentecatti?!? Alla Mecca? A Betlemme, a Damasco, a Beirut? A Nairobi, a Giacarta, a Riad? A Bagdad, a Teheran, a Kabul?!?

Alle nostre vigliaccherie, alle nostre ignoranze, alle nostre inadeguatezze, alle nostre pagliacciate, alle nostre miserie. La miseria del nostro sistema educativo, ad esempio. L’ignoranza dei nostri insegnanti e dei nostri studenti. Le vigliaccherie e le pagliacciate dei nostri politici. Lo squallore e l’inadeguatezza dei nostri leader.

Per difendere la nostra cultura cioè la nostra identità e la nostra civiltà, non bastano gli eserciti. Non servono i carri armati, le bombe atomiche, i bombardieri. Ci vuole la passione. La forza della passione. E se questa non la tirate fuori, non la tiriamo fuori, io vi dico che verrete sconfitti.

 

Parole forti, dure, potenti. Parole vere.

Pubblicato a seguito l’attacco delle torri gemelle di New York, ripercorre fatti, situazioni, delinea le differenze tra i popoli, sottolinea e chiarisce quello che agli occhi di molti non sempre è chiaro.

Un libro che ancora oggi, a distanza di anni è attuale, è profetico, è rivelatore di ciò che già molto tempo prima Oriana Fallaci scrisse.

Un resoconto breve e minuzioso della situazione tra due culture totalmente opposte per storia, religione e usanza.

Scritto in maniera estremamente intelligente, qual era la penna della Fallaci, è una lettura che consiglio a tutti, soprattutto ai giovani che di storia recente ne studiano veramente poca.

La rabbia e l’orgoglio di Oriana Fallaci, #Perché la verità anche se fa male, verità rimane ed è importante conoscerla

La rabbia e l’orgoglio
di Oriana Fallaci
BUR 2001 (161 pp)