È nei luoghi più inaspettati che compare, senza preavviso, la prima cosa bella della vita. … E, insieme, la convinzione che tutte le cose belle siano così: difficili da conquistare, impossibili da dimenticare.
Se Lara avesse più coraggio, o forse solo più serenità, si siederebbe lei adesso sulla poltrona e spiegherebbe a Chiara come ha fatto a capire quello che le ha raccontato e le sensazioni che ha provato. Cosa collega le loro storie con un filo invisibile, sottile e oscillante.
«Non lo so nemmeno io. Ci sono giorni in cui vorrei raccontare per ore, in ogni minimo dettaglio, vorrei fermare la gente per strada e dire a chiunque quello che mi è successo, dirlo una volta per tutte persino a mia madre. E poi altri in cui penso che quella bambina non ero io. Che non è capitato a me e allora non ne vale la pena.»
«Quanto è diverso il dolore per ciascuno di noi» dice a Valentina, «non ci sono regole. O forse una sì, una soltanto: il tempo. Il dolore va affrontato in tempo, per trasformarlo e non permettergli, in un giorno qualunque, di investirci, non facendoci più alzare.»
Conosceva nel dettaglio i call sulle mani di sua madre provocati dai solventi che utilizzava quando andava a pulire le case degli altri o gli uffici, e capiva quanto sacrificio ci fosse dietro ogni regalo che le faceva. Per lei quei giochi erano sacri; oggetti da rispettare e venerare, simbolo di tutto l’amore del mondo.
Si sentiva diversa dagli altri, mancante di una parte, priva di un pezzo necessario che tutti avevano e non capiva perché lei, invece, ne fosse sprovvista.
La sua mamma; non c’era niente di più prezioso di lei, niente al mondo. Eppure, allo stesso tempo, era il peso più grande che Lara era costretta a sopportare. Se da una parte temeva di perderla, dall’altra, immaginava una vita senza doversene più preoccupare.
C’è un momento, quando le persone confessano il proprio dolore a uno sconosciuto, in cui si costruisce la fiducia e si decide se quella conversazione continuerà o si chiuderà. ….. chi racconta non cerca compassione, a volte neppure comprensione, cerca soltanto un posto in cui riporre il peso di quello che sta vivendo. … le cose esistono solo quando le racconti – e se raccontarle fa male – allora se taci, forse anche il dolore, alla fine, rimarrà in silenzio.
… la fantasia ha tanto valore quanto la realtà, perché è lì, nei nostri sogni, che si costruisce la vita che vogliamo.
Ci sono situazion in cui la fantasia ci protegge così tanto dalla realtà che è l’unica ancóra di salvezza che ci resta.
Lara lo sa bene perché sin da quando era bambina ha dovuto lottare in una realtà troppo gravosa per non finirne schiacciate. Oltre alla fantasia, Lara si rifugerà tra le braccia di nonna Ada e tra le pieghe e i colori del disegno. Solo così riuscirà ad andare avanti senza soccombere in un baratro dal quale difficilmente potrebbe uscirne.
Quello che per lei, sin da bambina, è quasi un gioco: trasformare le emozioni in disegni, da adulta diventerà il suo lavoro. Un lavoro che non è solo tatuare ma calarsi nella memoria delle persone, soprattutto donne, che scelgono lei per farsi fare un tatuaggio.
Lara non disegna dei semplici tatuaggi, disegna la rinascita dopo un dolore, un disegno a testimoniare l’amore, la forza di avercela fatta, la vittoria contro le cose brutte. Sul suo lettino di tatuatrice, Dalla cliente, si fa raccontare la storia che ha portato alla decisione di farsi un tatuaggio, e attraverso queste storie decide che tatuaggio fare.
Non è facile la vita di Lara, non lo è stata da bambina, né da ragazza e nemmeno da adulta, ma attraverso il suo lavoro è riuscita a superare gli ostacoli, gli abbandoni, i dolori, le ristrettezze e gli insuccessi, rinascere e realizzarsi.
Un libro che aiuta a credere nella vita, a insegnarci che non sempre tutto è perduto, che ci sono cose che fanno male e rimangono con noi per sempre, non si possono cancellare, un po’ come i tatuaggi, ma se qualcosa non ci piace si può sempre trasformare.
Un libro che è un inno alla vita, alla lotta, alla realizzazione dei propri sogni, a credere, a non smettere mai di speraci.
La tatuatrice gentile
di Lucille Ninivaggi
Mondadori 2021 (142 pp.)