Quando il parroco veniva a benedire le case, mi nascondevo in bagno. Ma un anno si presentò un sacerdote giovane con tanti bambini al seguito. Si chiamava don Nando, e mi invitò a fare il chierichetto. Mi piaceva un sacco, e quando potevo andavo a “servir messa” anche nei giorni feriali.

Io non so cosa accadde in quel momento, ma fu come essere colpito all’improvviso dalla consapevolezza che “dovevo” diventare prete, senza aspettare altro. Ne parlai con un sacerdote che mi ispirava fiducia  ….. che mi organizzò una chiacchierata con il rettore del seminario. …. Un mese dopo, entrai in seminario.

La musica faceva spesso da colonna sonora ai nostri incontri di catechismo e io, una volta al mese, con la mia chitarra ricoperta di adesivi, insegnavo loro un canto e, alla fine dell’anno incidevamo un cd.

Ma come scorrono il tempo e l’inchiostro! Il mio primo viaggio stava per concludersi. Durante la mia ultima messa vidi un papà piangere, in fondo alla chiesa. L’amore più puro è detto con le lacrime. Anche io piansi, ma di nascosto.

Ma per me, quelle parole valevano molto di più, furono come una medicina: non puoi sentirti solo Roberto, tu sei figlio, tu hai un Padre. Si può essere credenti e praticanti, pregare il Padre nostro, ma vivere comunque da orfani. E io l’avevo sperimentato.

Il vuoto che stavo vivendo sulla pelle era lo stesso che tanti giovani oggi vivono.

Io credo nei social. Certe anime le puoi raggiungere solo lì. Una volta l’inferno era la strada. Oggi, sempre più spesso, quell’inferno ti dà l’appuntamento dietro a uno schermo. La solitudine si nasconde tra like, condividi e follower. Anche il male ama giocarvi a nascondino. Tutto sembra lecito, sdoganato come trash, fake o real. Ma in questo gioco, che gioco non è, spesso si smarriscono i più deboli, i più fragili.

Cosa mi spinge a cercare i più lontani? Migliaia di giovani che non entreranno mai in una chiesa, di adolescenti che si porteranno per sempre dietro l’immagine di Chiesa vecchia, chiusa, ricca, immorale, la Chiesa dei “no”.

I messaggi che mi arrivano toccano gli argomenti più svariati e sono uno specchio della realtà, del modo in cui soprattutto i giovani pensano e vivono, delle loro paure e gioie e drammi … Uno specchio in cui dovremmo tutti guardare, perché dentro c’è il nostro futuro.

In questo viaggio i miei “qualcuno” sono stati davvero tanti. In quella vita che rinasce dopo il perdono, in quel campo estivo insieme ai ragazzi, in quella canzone ascoltata mille volte, in quelle lacrime asciugate, in quelle risate, in quell’addio, in quel benvenuto, in quel rivedersi, in quel non essere stato compreso, in quelle notti a contare le stelle, in quelle sere in cui anche il cielo gioca a nascondino; in quel «se potessi tornare indietro» ………….

 

Don Roberto, da qualche anno pubblica, principalmente su TikTok, ma anche su Instagram, dei video dal contenuto ironico ma allo stesso tempo significativi. Può sembrare buffo ma in fondo ciò che ci comunica è di grande umanità. Devo dire, che casualmente l’ho conosciuto su Instagram e ogni tanto qualche lacrima di gioia o di tristezza me la fa versare.

Il desiderio più grande di Don Roberto è da sempre quello di far sorridere gli altri, prima come animatore e dj, e, anche dopo che ha scoperto la fede, ha continuato a farlo in modo leggermente diverso. Umile tra i giovani, empatico fino a immedesimarsi in loro, dal cuore grande fino a strappare un sorriso a chi soffre ogni giorno, dai malati ai carcerati. Un “lavoro” di accoglienza, per giovani e non solo; porta la chiesa in mezzo ai giovani.

Il suo grande obiettivo, attraverso la musica, i video, la radio che ha fondato (Radio fra note) è di raggiungere chi si è perso e riportarlo sulla retta via o almeno tentare di salvarlo.

Un libro che racconta la straordinarietà del lavoro di Don Roberto, lavoro attraverso il quale da testimonianza alle tante esperienze di vite di cui è stato partecipe sia direttamente che per voce narrate.

Una persona da sola non può fare il miracolo per tutti, ma può dare tanto a molti ed è ciò che fa Don Roberto. Grazie per le risate, le riflessioni. Grazie di esistere.

Un libro per ricordarci che siamo tutti umani e tutti possiamo sbagliare ma che possiamo rimediare e ricominciare, che fare del bene a qualcuno non è da sfigati, che a volte ci perdiamo ma con l’aiuto giusto possiamo ritornare sulla retta via, che sbagliare una volta non significa essere sbagliati per sempre.

Vita Spiricolata di Roberto Fiscer, #Gesù è partito con dodici follower

Vita Spiricolata
di Roberto Fiscer
Piemme 2023 (141 pp.)