Squid Game è una serie drammatica coreana scritta dallo scrittore e regista Hwang Dong-hyuk, divenuta in poco tempo una sensazione globale, da settimane domina la Top 10 di Netflix in praticamente tutti i paesi in cui il servizio di streaming è presente.
Dal suo debutto a settembre, Squid Game ha affascinato il pubblico di tutto il mondo ed è sulla buona strada per diventare il più grande successo di sempre di Netflix. La serie non solo è diventato il dramma coreano più popolare nella storia di Netflix, ma è anche oramai sempre più probabile superare Bridgerton come la serie più popolare nella storia di Netflix. Il successo dello show è una fantastica ricompensa per la decisione di Netflix di investire 500 milioni di dollari nell’intrattenimento coreano entro il 2021 e il suo successo ha fatto impennare il prezzo delle azioni della società.
È la storia di 456 disperati che, di fronte a debiti insormontabili, competono per un premio di 3,8 milioni di dollari in una sfida mortale basata su innocenti giochi da giardinetti pubblici: pensate a un-due-tre-stella o tiro alla fune, ma con fiumi di sangue. Non per nulla la serie di Netflix nelle ultime settimane è diventata un argomento caldo di conversazione. Il leader nordcoreano Kim Jong-un ha definito la cultura pop sudcoreana una “visione da cancro” e ha vietato il dramma sudcoreano e il K-Pop nel suo paese.
Squid Game mette in discussione gli aspetti prevalenti della nostra società odierna come il crescente divario tra ricchi e poveri, l’aumento della violenza e il desiderio malizioso del pubblico che al cinema e in televisione trae soddisfazione nell’osservare la lotta tra la natura civile e quella primordiale dell’umanità. La serie mostra le cose perverse cui una persona può acconsentire per il denaro e la fama. Con la sua sanguinosa e raccapricciante violenza, risulta quindi tutto sommato catartica.
Squid Game utilizza il popolare genere di sopravvivenza (che ricorda i videogiochi Hunger Games e Fortnite) per raccontare una storia universale che lo rende un’allegoria per le starlette della vita reale. Come la canzone della band K-Pop coreana BTS Silver Spoon, affronta il dolore fisico che le persone provano quando cercano di elevarsi al di sopra del ruolo sociale loro prescritto.

Direttore editoriale di No#News Magazine.
Viaggiatore iperattivo, tenta sempre di confondersi con la popolazione indigena.
Amante della lettura, legge un po’ di tutto. Dai cupi autori russi, passando per i libertini francesi, attraverso i pessimisti tedeschi, per arrivare ai sofferenti per amore, inglesi. Tra gli scrittori moderni tra i preferiti spiccano Roddy Doyle, Nick Hornby e Francesco Muzzopappa.
Melomane vecchio stampo: è chiamato il fondamentalista del Loggione. Ama il dramma verdiano così come le atmosfere oniriche di Wagner. L’opera preferita tuttavia rimane la Tosca.