Passeggiando per Foro Bonaparte, di fronte al Dal Verme, la Fondazione Matalon quasi non si nota.

Piacevole è scoprire una volta entrati, che lo spazio è animato da numerosi amanti della fotografia e sentire anche lingue diverse dall’italiano.

La Fondazione infatti fino al 22 dicembre 2019 espone le foto finaliste del prestigioso concorso di fotografia Wildlife Photographer of the Year. Nel percorso espositivo sono presentate le 100 immagini premiate alla 54a edizione del concorso di fotografia indetto dal Natural History Museum di Londra.

Arrivati da 95 paesi, in competizione 45.000 scatti realizzati da fotografi professionisti e non, che sono stati selezionati, alla fine dello scorso anno, da una giuria internazionale di esperti, in base a creatività, valore artistico e complessità tecnica. Da ammirare le foto finaliste e vincitrici delle 19 categorie del premio che ritraggono animali rari nel loro habitat, comportamenti insoliti e immagini di sorprendente introspezione psicologica; un’incredibile esperienza visiva, composizioni e colori che trafiggono gli occhi da un remoto angolo del deserto, dagli abissi del mare o dall’intricato verde della giungla.

Oltre ai due massimi riconoscimenti Wildlife Photographer of the Year 2018 e Young Wildlife Photographer of the Year 2018, il percorso espositivo illustra tutte immagini vincitrici e finaliste divise in categorie: Anfibi e rettili, Uccelli, Invertebrati, Mammiferi, Animali nel loro ambiente, Piante e funghi, Ambienti della terra, Subacquee, Natura urbana, Ritratti animali, Bianco e nero, Visioni creative, Portfolio, Giovani (fotografi fino a 10 anni, da 11 a 14 anni e da 15 a 17 anni). Altre sezioni importanti sono le categorie documentarie Wildlife Photojournalism Award: Single Image e Wildlife Photojournalist Award: Photo Story, che portano l’attenzione sull’impatto dell’uomo sulla natura e quanto può essere crudele, e la sezione Proiezione spazio Cinema.

Le didascalie e i testi raccontano sia i requisiti tecnici della fotografia sia la storia e le emozioni che hanno motivato l’autore nella realizzazione dello scatto, insieme a dati di carattere scientifico sulle specie fotografate.

Osservando i numerosi scatti dei fotografi, professionisti e non, si rimane ancora una volta estasiati dalla bellezza del mondo che ci circonda nella sua semplicità e dalla maledetta fragilità di questo ecosistema sempre a rischio per opera dell’essere umano.