Fino al 4 febbraio 2020 al Museo della Permanente di Milano ci si immerge letteralmente nelle opera di Raffaello Sanzio del quale il prossimo anno ricorrono i 500 anni dalla morte.
La prima parte della mostra, spesso ignorata dai più, attraverso dei brevi dialoghi tra ologrammi permette di avere un’idea della formazione di questo geniale artista, uno degli esponenti più illustri del Rinascimento.
Nato ad Urbino, il suo primo insegnante fu il padre Giovanni Santi, ottimo artista speso trascurato dalla storia dell’arte, prima di trasferirsi nella bottega del Perugino ove iniziò la maturazione artistica del giovane che lo portò in pochi anni prima a Firenze e poi niente meno che a Roma dove toccò la sensibilità di Papa Leone X con opere dalla sublime estetica, mediante una tecnica rappresentative che conferisce alle figure ritratte una incredibile naturalezza.
Raffaello 2020 non è una semplice mostra, ma un vero e proprio racconto multimediale concepito per offrire ai visitatori la possibilità di una fruizione partecipativa, ossia l’esperienza di essere parte di un’opera d’arte digitale, all’interno di un contenitore di divulgazione intuitivo, accessibile a tutti, godibile da un pubblico trasversale tanto per età che per formazione culturale.
L’evento, propone un format innovativo che guida il pubblico in un itinerario emotivo e immersivo attraverso le opere, i progetti, la storia personale di Raffaello, creando un percorso che segue la vita del maestro, partendo dalla nascita a Urbino nel 1483 sino alla precoce morte alla Corte Papale a Roma nel 1520.
Il percorso della mostra si snoda ripercorrendo la produzione artistica dei quattro periodi principali della vita di Raffaello: le origini e l’apprendistato, la prima attività indipendente, l’affermazione artistica e la consacrazione finale.
Ciascuno di questi periodi è strettamente legato a quattro luoghi fondamentali per la crescita e la maturazione artistica di Raffaello: Urbino, Perugia, Firenze e Roma. Il viaggio terminerà al Pantheon e alla Tomba di Raffaello.
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Direttore editoriale di No#News Magazine.
Viaggiatore iperattivo, tenta sempre di confondersi con la popolazione indigena.
Amante della lettura, legge un po’ di tutto. Dai cupi autori russi, passando per i libertini francesi, attraverso i pessimisti tedeschi, per arrivare ai sofferenti per amore, inglesi. Tra gli scrittori moderni tra i preferiti spiccano Roddy Doyle, Nick Hornby e Francesco Muzzopappa.
Melomane vecchio stampo: è chiamato il fondamentalista del Loggione. Ama il dramma verdiano così come le atmosfere oniriche di Wagner. L’opera preferita tuttavia rimane la Tosca.