In via Tortona, nel cuore pulsante del design district milanese, nhow Milano si trasforma in un regno fantastico dove creature ibride raccontano la nostra duplice natura. La mostra “WE, HUMANIMALS – Strabiliante Bestiario Contemporaneo”, visitabile fino al 4 ottobre 2025, esplora l’affascinante territorio di confine tra mondo umano e animale attraverso le opere di artisti contemporanei che celebrano la metamorfosi come motore di autenticità.
Un viaggio tra ragione e istinto nella giungla urbana
Varcando la soglia dell’hotel, il visitatore è accolto dalla monumentale giraffa di Sandro Gorra, artista e pubblicitario milanese che ha ispirato il titolo stesso della mostra. Le sue illustrazioni caricaturizzate, esposte nella lobby, utilizzano la rappresentazione animale per esprimere con geniale ironia le caratteristiche e i conflitti umani. È l’inizio di un percorso espositivo che si snoda attraverso gli spazi comuni e le aree di sbarco ascensori dei quattro piani dell’hotel.
Proseguendo, incontriamo i pittoreschi animali e le figure antropomorfe di Martin Lucchini, realizzati in String Art grazie all’intreccio progressivo di colorati fili di cotone, dove l’interconnessione tra ordine e caos genera un’atmosfera onirica e sognante. Accasciata su se stessa nella hall d’ingresso, la giraffa di Gianluca Migliorino con ironica malinconia fa riflettere sulle ripercussioni dell’eccessivo sfruttamento umano dell’ambiente naturale.
L’identità fluida tra terra, mare e aria
Salendo al primo piano, l’esplosione di colore degli animali di Valerio De Cristofaro accoglie i visitatori con mitologiche creature realizzate in uno stile figurativo a metà fra pop art e illustrazione. Le forme incisive trasmettono messaggi di positività e rinascita, mentre gli sguardi enigmatici delle creature immaginarie di Tiziano Colombo si muovono tra passato e futuro in una dimensione idealizzata e sospesa.
Il secondo piano ospita l’habitat della Giungla Urbana di Sabrina Ferrari, potenti sculture di animali in bronzo dal carattere intenso e voluttuoso. Il suo stile moderno mantiene un attento equilibrio formale e perizia tecnica, con riferimenti alla tradizione dei grandi maestri. Sempre in bronzo, il coccodrillo di Alberto Tornago diventa emblema di forza e resilienza, frutto di un percorso artistico che dalla cultura urbana di graffitismo è approdato alla ceramica e alla scultura.
Dalla tribù al robot, metafore di un’umanità in trasformazione
Al terzo piano ci si immerge nell’atmosfera tribale della serie Africa di Alex Belli, che interviene con l’acrilico su fotografie realizzate nel suo passato di fotografo di moda, dedicate a uomini e donne Masai in abbigliamento tradizionale. Il percorso si conclude con Federico Tolardo e il suo “ciucero”, termine inventato che indica qualcosa di poco conto ma che nelle sue mani diventa una serie di nostalgiche figure in legno e resina, simili a giocattoli e robot dall’aria smarrita dai tratti antropo-zoomorfi.
L’arte animalier come chiave di lettura contemporanea
Curata da Laura Tartarelli Contemporary Art insieme al critico d’arte Matteo Pacini, la mostra affonda le radici nella tradizione dell’arte animalier, termine comparso in Francia intorno agli anni ’30 dell’Ottocento per identificare un’ampia varietà di stili e generi che utilizzano l’iconografia animale come linguaggio visivo immediato e universale, capace di esprimere significati profondi.
Dalla pittura rupestre ai bestiari medievali, dall’osservazione realistica rinascimentale fino alle metafore contemporanee, gli artisti hanno sempre esplorato il complesso legame ancestrale tra esseri viventi. Nell’arte contemporanea, questo rapporto va oltre la semplice rappresentazione estetica: gli animali diventano potenti metafore per esplorare problematiche sociali, culturali e ambientali, indagando le connessioni simboliche che incarnano nel nostro immaginario collettivo.
Nhow Milano, palcoscenico ideale per un’esplosione di forme e significati
“Nhow Milano, simbolo di creatività e trasformazione si conferma ancora una volta come hub creativo che trascende il tradizionale concetto di ospitalità”, dichiara Paolo Comparozzi, General Manager dell’hotel. Ricavato dalla vecchia fabbrica della General Electric e progettato dall’architetto Daniele Beretta con interni di Matteo Thun, l’hotel rappresenta uno spazio multifunzionale dove arte e design si fondono in un’esperienza immersiva.
Proprio come il camaleonte – simbolo iconico del brand – le creature protagoniste dell’esposizione si trasformano, adattandosi all’ambiente circostante e riflettendosi l’una nell’altra in un gioco di rimandi. Figure ibride e visionarie dialogano con lo spazio cromatico e architettonico dell’hotel, dando vita a opere dalla trama fluida e in continua metamorfosi, celebrando la bellezza della diversità in un’esplosione di forme e significati in un luogo dove le convenzioni si dissolvono e le identità si manifestano nella loro poliedricità.

Direttore editoriale di No#News Magazine.
Viaggiatore iperattivo, tenta sempre di confondersi con la popolazione indigena.
Amante della lettura, legge un po’ di tutto. Dai cupi autori russi, passando per i libertini francesi, attraverso i pessimisti tedeschi, per arrivare ai sofferenti per amore, inglesi. Tra gli scrittori moderni tra i preferiti spiccano Roddy Doyle, Nick Hornby e Francesco Muzzopappa.
Melomane vecchio stampo: è chiamato il fondamentalista del Loggione. Ama il dramma verdiano così come le atmosfere oniriche di Wagner. L’opera preferita tuttavia rimane la Tosca.