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Sara Penco: “Non c’è bellezza più grande della riscoperta della verità che l’ha generata”

Maria Maddalena nel Giudizio di Michelangelo

Pubblichiamo l’interessante intervista della Dottoressa Sara Penco. Restauratrice ed ideatrice del Metodo Smarticon è autrice dello studio “Maria Maddalena nel Giudizio di Michelangelo” edito in un monumentale volume dalla Casa Editrice bolognese Scripta Maneant presentato a Roma lo scorso dicembre.

Maria Maddalena nel Giudizio di Michelangelo
Immagini Scripta Maneant

In occasione della presentazione del Suo Volume mi ha particolarmente colpito l’affermazione dell’Editore Armaroli sul “coraggio di scrivere il bello” oggi in Italia. In un Paese ad altissima concentrazione artistica come il nostro è davvero così difficile?

Ricordo l’affermazione del dr. Armaroli, perché ha colpito anche me. Scripta Maneant si distingue per la particolare cura della bellezza estetica: una politica che, solo per questa ragione e soprattutto oggi che il cartaceo è un vero e proprio lusso, può già definirsi coraggiosa. Non posso esimermi neppure dal palesare la fortuna di aver pubblicato il mio scritto proprio con la casa editrice che aveva già investito per realizzare una straordinaria campagna fotografica sulla Cappella Sistina. Questo lavoro arricchisce tanto il volume, consentendo al lettore di seguire i ragionamenti attraverso l’ausilio di immagini ad altissima definizione.

Sebbene sia vero che il nostro Paese vanta un’imponente concentrazione artistica, sia per quantità che per qualità, non è da sottovalutare il fatto che, per far funzionare un’azienda, occorre essere pragmatici e riuscire a conciliare il mondo della bellezza con quello dei conti economici da far quadrare.

Scripta Manenat è una casa editrice strutturata, con un core business concentrato sul perseguimento di risultati ambiziosi; al punto da condividere ed assecondare la mia richiesta di contenere il prezzo del volume affinché il messaggio di speranza, che fa da protagonista nel testo, fosse raggiungibile per tutti. In questo senso il “coraggio di scrivere il bello” va ben oltre; arrivando a concedersi il privilegio di “regalare” un annuncio di grazia proprio alla vigilia del Giubileo e, contestualmente, di condividere un contributo profuso per amore della conoscenza: ciò che io definirei “l’’arte di descrivere l’arte”.

L’Italia, inoltre, è il paese nel quale l’arte si respira nell’aria. Proprio per questo occorre muoversi con cautela, poiché una delle maggiori criticità è insita nel porre le condizioni affinché ogni contributo scientifico, soprattutto se fortemente innovativo, venga preso in considerazione e diventi oggetto di confronto; malgrado le radicate consuetudini.

Credo di interpretare correttamente il pensiero del dr. Armaroli affermando che, quando parla di “coraggio” in riferimento al volume “Maria Maddalena nel Giudizio di Michelangelo”, si riferisce alla responsabilità che ci siamo assunti entrambi nel pubblicare contenuti particolarmente delicati, che accendono i riflettori su un’inedita chiave di lettura del Giudizio Universale nella Cappella dei papi, luogo simbolo della cristianità. Ma c’è molto di più! Nel libro viene rivelato, in tutta la sua potenza, il messaggio di misericordia e di speranza insito nella seconda venuta di Cristo e messo in luce dalla presenza dell’Apostola degli Apostoli: la prima evangelizzatrice ed annunciatrice della resurrezione e la donna più misteriosa, affascinante e controversa della storia della cristianità. Colei che ha esercitato maggiore suggestione e mistero, sia per la sua palpitante e soffocante realtà, sia perché il peccato, perdonato e redento dallo stesso Salvatore per forza dell’amore, ne fa il simbolo dell’intero genere umano.

La presenza della santa nell’affresco implica, inevitabilmente, importanti coinvolgimenti anche sul ruolo della donna nella società e nella Chiesa, rendendo l’affresco straordinariamente attuale e perfino sorprendentemente coerente con la nuova stagione della Chiesa inaugurata da Papa Francesco.

Questi argomenti appassionano milioni di persone in tutto il mondo, perfino tra coloro che non sono cristiani. Ma se si vuole davvero “scrivere il bello” occorre impostare il proprio contributo sul rigore scientifico, con pazienza, professionalità ed anche con coraggio: poiché non c’è bellezza più grande della riscoperta della verità che l’ha generata!

Immagini Scripta Maneant

Come da Lei affermato la scelta di studiare la figura della Maddalena in un’opera tanto discussa, conosciuta ed analizzata come il Giudizio Universale ha comportato notevoli difficoltà di affermazione. Quali sono stati gli ostacoli maggiori?

Il volume “Maria Maddalena nel Giudizio di Michelangelo”, coerentemente con quanto ha fatto Buonarroti all’epoca, motiva e documenta un punto di vista che “rompe gli schemi” di oltre cinquecento anni di storia. E’ certamente questo il maggiore ostacolo, che coincide anche con le notevoli difficoltà (e annessi rischi), per l’affermazione dei concetti in esso enunciati.

La Cappella Sistina è uno dei luoghi più noti e più studiati al mondo. Proprio per questo motivo ogni ragionamento doveva essere obbligatoriamente e costantemente supportato da una bibliografia solida e già validata. Questa logica ha rappresentato il presupposto essenziale per affrontare ogni passaggio della codifica dell’ermeneutica dell’affresco; nel pieno rispetto dell’impostazione rigorosamente scientifica che mi ero ripromessa di rispettare.

Ogni concetto è basato su argomentazioni idonee a difendere l’affermazione di contenuti dirompenti e mai presi in considerazione prima d’ora: la codifica dell’“aspetto positivo” che controbilancia la sconfitta contro il male, la suggestiva presenza di Maria Maddalena, la reiterazione di Cristo Giudice nel Redentore all’interno dello stesso affresco, le ragioni della scelta di Michelangelo di interpretare la fede pura nell’ideale dell’intramontabile perfezione della bellezza classica e molto altro.

Occorreva consolidare i presupposti affinché tutti coloro che sono abituati a concepire il Giudizio Universale come una consuetudine si convincessero ad affrontare la lettura del testo, seppur con scetticismo, ma con atteggiamento disponibile ad “aprirsi” per attingere ad un “modello di pensiero” svincolato dai perimetri che impongono di “non azzardare mai”; soprattutto in contesti così importanti e consolidati.

Sono fermamente convinta che la conoscenza non possa e non debba essere costretta nella morsa delle consuetudini e che, per preservarla e valorizzarla, occorra renderla fruibile ed implementabile. Per raggiungere questo risultato non è sufficiente  superare tutti gli ostacoli. Occorre porsi con atteggiamento umile, partendo da un profondo rispetto per l’imprescindibile risorsa rappresentata dal patrimonio conoscitivo profuso dagli esperti ma, al contempo, è anche necessario essere strutturati e coraggiosi per ambire ad affermare il proprio contributo.

Partendo da queste convinzioni mi sono posta, per prima, tante e tante domande; all’insegna di quello scetticismo che ero sicura di dover affrontare.

Mi sono sforzata di non cedere all’entusiasmo poiché non lo consideravo un atteggiamento professionale e, soprattutto, dovevo preservare la mia immagine. Mi sono concentrata per indagare la ricerca delle motivazioni atte a consolidare le mie ipotesi, in un percorso coerente con le fasi di un vero e proprio metodo scientifico, alla ricerca della verità.

A questo punto debbo rivelarvi a cosa mi riferisco quando parlo di “modello di pensiero”.

Nel 2017 il Ministero per lo Sviluppo Economico mi ha concesso il brevetto per metodo denominato Smarticon: un sistema preposto all’ordinamento del preziosissimo patrimonio conoscitivo profuso dagli esperti nell’ambito dei Beni Culturali.
Smarticon significa “immagine intelligente”, perché consente di indagare l’opera d’arte partendo dal riconoscimento degli attributi iconografici che la caratterizzano per poi proseguire con il recupero di tutte le informazioni utili all’identificazione del soggetto raffigurato; una sorta di identikit dell’opera stessa (www.sapereproject.com).

Il profondo rispetto per la conoscenza, dunque, implica anche la necessità di implementarla. Cartesio affermava che “il dubbio è all’origine della conoscenza”. Allora, per generarne di nuova, occorre porsi tutte quelle domande atte a comprovare come ogni ipotesi innovativa possa rivelarsi attendibile, verificabile e condivisibile.

E’ incredibile come la riscoperta della verità si armonizzi sempre, perfettamente, nel contesto al quale viene restituita. Forse è proprio per questo che, citando ancora Cartesio: “ogni verità è facile da comprendere una volta che è stata rivelata”!

Immagini Scripta Maneant

Un Volume dove la donna è assoluta protagonista scritto da Lei, curato da Asia Graziano con la prefazione della Professoressa Yvonne Dohna Schlobitten. Un imponente studio sulla figura femminile, dopo Maria di Nazareth, più controversa e discussa dall’ermeneutica fin dai primi secoli. In che modo l’arte sacra e la sua analisi si inseriscono nel delicato equilibrio tra Donna e Religione Cattolica?

La professoressa Yvonne Dohna Schlobitten, oltre ad essere allieva di Padre Pfiffer (uno dei teologi che cito spesso nel mio studio), tratta questi argomenti con grandissima competenza e professionalità. Ho fortemente voluto la sua prefazione e siamo onorati che abbia accolto la nostra richiesta con tanto entusiasmo. Asia Graziano è una giovane donna ed una promettente studiosa che, con altrettanta professionalità, ha curato l’introduzione del mio volume ed ha scritto quello su Artemisia Gentileschi, edito da Scripta Maneant. Sono entrambe donne che ammiro e che stimo profondamente.

Il tema del ruolo delle donne nella società e nella Chiesa è certamente legato all’emblematica e controversa figura di Maria Maddalena anche perché ormai, nei tempi moderni, ogni cosa deve necessariamente essere considerata come parte integrante di un contesto generale.

Maria di Màgdala impersona colei alla quale Cristo ha affidato il compito di tradurre per l’umanità – e perfino per gli apostoli – l’ermeneutica di quel messaggio spirituale per il quale Dio ha sacrificato il Suo stesso Figlio, mandandolo sulla terra affinché gli uomini rimettessero i propri peccati. La santa, salda nella croce, impersona l’intramontabile e carismatica guida verso la via che conduce alla salvezza. E’ un esempio di rettitudine per l’umanità intera.

Più che come figura “scomoda” e “peccatrice redenta”, bisognerebbe rivalutarla quale commovente e struggente esempio della forza dell’amore puro ed incondizionato. In questo senso credo che la sua iconica immagine vada ben oltre i perimetri che circoscrivono le singole religioni.

La potenza della figura di Maria Maddalena è incontenibile.

La presenza della santa nella cappella dei papi assume certamente rilevanza nel discorso della donna nella religione Cattolica e, di conseguenza, del suo ruolo nella Chiesa; non foss’altro come esempio di determinazione profusa per rimanere saldi di fronte alle prove ed anche nel servire i bisognosi con dedizione.

Non so prevedere fino a che punto l’identificazione di Maria Maddalena nel Giudizio Universale di Michelangelo possa influenzare il delicato equilibrio tra la figura femminile e la religione cattolica, ma spero vivamente che i miei studi esortino a riflettere sul fatto che Buonarroti ha pianificato un complesso impianto iconografico ed iconologico nella determinazione di palesare – nell’affresco che accoglie i fedeli per ricevere il sacramento della Comunione – un messaggio di pace, di grazia e di speranza; ben lontano, anzi… in netto contrasto con invidie, conquiste di potere e primati di alcun genere.

Viviamo un periodo storico molto particolare, nel quale diverse religioni si vedono costrette ad affrontare le criticità che si frappongono alla conquista del delicato equilibrio con il ruolo della donna. Non si tratta di un discorso prettamente cristiano e il tema si traduce in un argomento attuale e tutt’altro che circoscritto.

Se riuscissimo a comprendere la forza dell’amore che si sprigiona dalla parete del Giudizio Universale forse prenderemmo più consapevolezza del fatto che, parafrasando le parole dello stesso Michelangelo, non sarebbe poi così difficile “rendere il mondo un posto migliore dove vivere”.

Immagini Scripta Maneant

Nelle scorse settimane l’uscita del film “Storia di Maria” ha innescato un lungo dibattito soprattutto nei paesi Musulmani dove ha raggiunto i vertici delle classifiche di streaming. Maria viene presentata come figura carismatica e decisiva, consapevole della sua Missione. Secondo Lei potrebbero essere proprio le figure femminili delle Scritture a riformare il dialogo e la reciproca percezione tra i “figli e le figlie di Abramo”?  

Ho visto il film “Storia di Maria” ed ho letto alcune delle critiche.

Il film interpreta la biografia di Maria di Nazareth con l’obiettivo di diventare un kolossal biblico di successo. Questo risultato immagino sia stato raggiunto, ma credo sia fondamentale distinguere l’impostazione del film da quella, per esempio, di un docufilm che, invece, sarebbe stato orientato a documentare e narrare rigorosamente i fatti realmente accaduti: in questo caso le Sacre Scritture. L’interpretazione della figura di Maria decisa e carismatica, in quello specifico contesto, immagino risponda in primis all’esigenza di realizzare qualcosa di spettacolare ed a suggestionare il pubblico: sia per i contenuti che per l’imponenza produttiva del film. La scelta del casting è una conferma.

Il mio studio “Maria Maddalena nel Giudizio di Michelangelo” si basa su presupposti scientifici e documentali che mal si concilierebbero con scenografie mirate al business o ad ottenere visibilità, rischiando di degenerare nella strumentalizzazione di dinamiche che possono implicare provocazioni in un contesto delicato come quello delle tensioni tra Israele e Palestina.

Cosa penso sul fatto che potrebbero essere proprio le figure femminili delle Scritture a riformare il dialogo e la reciproca percezione tra i “figli e le figlie di Abramo”?

Si, penso di si e rispondo a questa domanda mantenendomi coerente, ancora una volta, con l’impostazione scientifica del mio libro e con la posizione della Chiesa.

Il 3 giugno del 2016 Papa Francesco ha stabilito, con un decreto emanato dalla Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, che il 22 luglio sia celebrata la “Festa di Santa Maria Maddalena”.

Nel 2017 ha pubblicato il libro “Apostola degli Apostoli. Maria di Màgdala nelle parole del Papa”: un testo teologico a carattere scientifico, fondato sulla verità dei Vangeli e sulla lungimiranza di una Chiesa rinnovata.

Nel testo si sottolinea la disparità di comportamento tra le donne e gli uomini, evidenziando il fatto che Maria Maddalena recupera le parole di Gesù e fa da “memoriale”; “interpreta gli eventi e fa chiarezza” spiegando le “perplessità”. La chiave per la corretta interpretazione “necessita della croce”: l’oggetto del desiderio dei santi con il quale la santa, nel Giudizio di Michelangelo, stabilisce un rapporto così intimo da baciare il legno della traversa.

Cito ancora Papa Francesco: «La risposta ai ‘segni dei tempi’ in definitiva non arriverà né da Roma, né dalla conferenza episcopale; la risposta saranno donne profetiche, carismatiche, sante che speriamo Dio ci donerà. I carismi non sono pianificabili e organizzativi; la maggior parte delle volte arrivano inattesi e spesso diversamente da come ce li eravamo immaginati. Forse oggi abbiamo di nuovo bisogno di una apostola apostolorum come Maria di Màgdala, che la mattina di Pasqua ha svegliato gli Apostoli dal loro letargo e li ha messi in moto. Molte grandi sante donne sono riuscite a fare questo nella storia della Chiesa».

Sono convinta che l’accettazione del ruolo della donna come paritetico e complementare a quello dell’uomo sarebbe foriero di un’evoluzione sociale e culturale preziosissima per l’intera umanità.

Immagini Scripta Maneant

Il libro offre al lettore uno sguardo inedito e meraviglioso sul Giudizio Universale inimmaginabile ad occhio nudo. Nel realizzare l’opera avrà sicuramente passato ore e ore, giorni su ogni singola figura analizzandone ogni aspetto e sfumatura. Quali sono i particolari o i simboli nascosti da Michelangelo che l’hanno colpita in modo particolare?

Mi lusinga l’apprezzamento del mio testo come “offerta di uno sguardo inedito e meraviglioso sul Giudizio Universale”. La ringrazio per aver recepito ciò che desidero comunicare con il mio studio sulla codifica dell’ermeneutica relativa all’“aspetto positivo” dell’affresco. Ogni riga del volume è intrisa del messaggio d’amore che Michelangelo ha interpretato per conto di Dio e che si traduce in luce, bellezza e speranza.

In realtà questa inedita chiave di lettura, malgrado i forti contenuti innovativi, integra – e non contraddice – quanto già noto sugli studi sul Giudizio Universale.

Teologi del calibro di Thimoty Verdon hanno esortato a cercare l’“aspetto positivo”, sostenendo che doveva essere implicito nella parete che accoglie i fedeli per ricevere il sacramento dell’Eucaristia. Ebbene, in questo testo spiego proprio questo aspetto, che Michelangelo palesa con la presenza di Maria Maddalena; una donna, l’interprete per eccellenza del messaggio di speranza ed esempio e guida per la conquista della salvezza eterna.

Il libro è frutto di un grande lavoro. Il primo deposito alla Siae risale al 2013.

Ho identificato la figura della santa mentre leggevo testi di illustri studiosi come Padre Pfiffer. L’iconografia che contraddistingue l’Apostola degli Apostoli è talmente inconfondibile che quando l’ho riconosciuta ho dato per scontato che fosse lei e non avevo dubbi sul fatto che, nelle righe a seguire, avrei letto la conferma della mia intuizione; invece, più andavo avanti e più prendevo consapevolezza che nessuno aveva mai preso in seria considerazione l’inverosimile e quanto mai incongruente assenza della santa nell’affresco.

L’arte è il linguaggio più straordinario del quale il genere umano dispone per comunicare.

E’ come un discorso e per riuscire a comprenderlo, soprattutto a distanza di secoli, è indispensabile affrontare le difficoltà e seguire un percorso orientato alla “ricostruzione delle frasi grammaticalmente corrette”. Ogni “sintagma” deve essere “restituito” allo spazio al quale appartiene ed anche quelli mancanti debbono essere ricollocati nel rispetto dell’integrità di ogni singolo componente come parte di un tutto.

In verità il valore di questo studio non è tanto nel tempo che ho trascorso per studiare l’affresco, quanto nel metodo attraverso il quale ho messo a frutto la conoscenza degli esperti per elaborare le mie riflessioni. Questo modello di pensiero nel 2017 si è concretizzato nel brevetto per metodo al quale ho accennato prima.

Cosa mi ha colpito di Buonarroti?

Il bello dell’arte di Michelangelo è che la simbologia che usa per comunicare è essenziale e talmente evidente che se si tenta di codificarla cercando in lui la complessità, si finisce per non comprenderlo. L’intramontabile fama dell’artista non va necessariamente associata a qualcosa di difficile. Al contrario, la sua lungimiranza è insita proprio nel fatto di riuscire a suscitare emozioni per farsi comprendere: dai suoi contemporanei, ma anche dai posteri.

Il mio volume accompagna il lettore, mano nella mano, in un percorso semplice e comprensibile, che accoglie chi legge come parte integrante di un cammino che vuole accomunare l’intera umanità: un viaggio nella storia, nell’arte e nella cristianità ma, soprattutto, nella spiritualità. Ogni riga è intrisa di un amorevole sentimentalismo che si contrappone, con altrettanta potenza, alla cruenza della sconfitta contro il male.

Osservare, ascoltare, comprendere l’arte di Michelangelo apre le porte ad una dimensione senza tempo, dalla quale si scorge la meravigliosa luce che alberga nel Regno dei Cieli.

Cover del volume Maria Maddalena nel Giudizio di Michelangelo
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