La donna, si sa, è sempre stata vista come un essere complesso e la cui diversità rispetto all’uomo suscita timore e, di conseguenza, tentativo di sottomissione. Questo ragionamento vale anche per le differenze biologiche e, nello specifico, per la sua possibilità di dare la vita, segnata dal menarca ovvero l’arrivo delle prime mestruazioni.
Questo grande cambiamento del corpo femminile rende la donna ancora più in sintonia con la natura e il suo flusso, mettendola a stretto contatto con la terra ed è per questo che è un po’ come entrare per la prima volta in una foresta incontaminata. Innanzitutto credi di sapere, almeno teoricamente, cosa ti aspetta perché sai com’è fatta una foresta e che quindi quando avrai le mestruazioni ti sentirai un po’ strana, diversa e noterai del sangue sulle mutande per cinque giorni circa ogni mese; ti è stato spiegato, anche se magari un po’ alla buona, quali sono le sue bellezze ovvero la possibilità di dare la vita e di sentirti una donna ancor più nel profondo; avrai anche nozioni su quali sono i suoi rischi come dolori e fastidi fisici che non sempre ti faranno condurre una vita normale e l’attrezzatura da utilizzare fatta di assorbenti, tamponi, coppette e mutande di ricambio per compiere questo avventuroso e periodico viaggio.
Nonostante ciò, questo ambiente all’inizio fa comunque paura perché crampi alla pancia, mal di testa, senso di nausea, sbalzi d’umore sembrano proprio alberi altissimi che non lasciano passare la luce. La flora, tuttavia, non è l’unico elemento che fa da ostacolo al percorso: gli animali feroci e i predatori faranno di tutto pur di farti sentire inerme e inadatta, senza alcuna possibilità di sopravvivenza, esattamente come da sempre la società patriarcale cerca di fare sentire la donna impura, malata, quasi una bestia che da un certo punto della vita in poi diventa più pericolosa che mai.
La credenza secondo cui la donna è da allontanare dalla “civiltà” quando il suo corpo diventa fertile è antichissima: già Aristotele sosteneva che la perdita di sangue fosse conseguenza del fatto che gli alimenti ingeriti non venissero “cotti” bene dal suo calore corporeo e che all’uomo non succedesse perché aveva maggiore calore, sottintendendo la superiorità di quest’ultimo. Plinio Il Vecchio fornisce, invece, la prima testimonianza della tossicità del sangue mestruale: il mosto inacidisce, dove la donna si siede i frutti cadono dagli alberi, si opacano gli specchi, il mamo e l’avorio e arrugginiscono il bronzo e il ferro. Nel Medioevo, durante il ciclo mestruale la donna era considerata capace addirittura di uccidere l’uomo con cui si sarebbe accoppiata in quei giorni del mese. Il passare del tempo, aveva reso questa foresta sempre più impervia e piena di pericoli con un lunghissimo elenco di cose che non si potevano fare, tra cui: andare in giardino (la vicinanza della donna avrebbe essiccato le piante), a teatro, in bicicletta e non poteva nemmeno fare il bagno poiché si riteneva che prolungasse la durata delle mestruazioni con la conseguenza che si cominciò a fare largo uso di oli e profumi per coprirne l’odore intenso.
Vi sono popolazioni che ancora oggi lasciano la ragazza con le mestruazioni sola, abbandonata a fronteggiare sintomi e paure: in Nepal le donne vengono allontanate dalla comunità per tutto il periodo delle mestruazioni in modo che non possa contaminare gli altri membri; in India non possono toccare gli alimenti o cucinare perché il cibo diventerebbe avariato e in Tanzania, ad esempio, se qualcuno vede la pezzuola delle mestruazioni usata, farà sì che la malcapitata diventi vittima di una maledizione. Ancora oggi, anche in Italia alcune superstizioni reggono: al sud la donna mestruata non può fare la salsa di pomodoro in casa né tenere in braccio un neonato.
Tuttavia, nonostante questi lati oscuri, ci sono anche dei timidi raggi di sole che filtrano tra i rami della fitta foresta: in alcune tribù americane, il menarca prima e il periodo mestruale poi, vengono festeggiati attraverso riti in cui la donna esprime al massimo la sua creatività attraverso opere dipinte con le mani oppure con una vera e propria festa in cui, sotto ombrelloni cerimoniali, i genitori portano doni. Non solo, in America sta prendendo piede il “Period Party”, una festa dedicata al menarca per far sentire la ragazza che è appena diventata donna protagonista di un passaggio normale della vita, come, in effetti, in realtà è.
Nella foresta delle mestruazioni, è importantissimo avere l’attrezzatura giusta per esplorarla al meglio. In questo caso, il “kit di sopravvivenza” comprende un tampone che assorbe il sangue per far sentire la donna asciutta, comoda e pulita. Questi oggetti hanno avuto un percorso di evoluzione che è partito da una semplice stoffa cucita dentro dei pantaloncini, è passato per una scomodissima cintura che sosteneva un panno di garza assorbente, dei tamponi casalinghi fatti rivestendo un legnetto di panno, garza e una particolare erba utilizzata per bloccare le emorragie, per finire agli assorbenti odierni super innovativi in cellulosa che sono frutto di veri e propri studi e ricerche.
Se è vero, tuttavia, che questi “strumenti” rendono il safari più confortevole, le belve feroci, i serpenti velenosi e le piante carnivore sono sempre in agguato. Primi fra tutti ci sono i componenti del sesso maschile che, fin dall’inizio della scuola di secondo grado mostrano la loro paura e anche ignoranza circa l’argomento cercando di far sentire in imbarazzo la piccola donna schernendola e facendo in modo che pensi di avere addosso una colpa che si porterà dietro per un esteso periodo della sua vita. Tutto questo contribuisce al senso di vergogna verso qualcosa che in realtà è assolutamente naturale ma che porta a un assordante silenzio fatto di assorbenti nascosti nelle tasche della felpa, tamponi usati tenuti in cartella per non buttarli nei cestini e renderli visibili e di “parole in codice” come “le mie cose”, “il mio periodo”, “i carabinieri rossi” che rendono tutto ancora più ingiusto e surreale. A ciò si aggiunge anche la politica che pone gli assorbenti come beni di lusso e non di prima necessità, tassandoli con un’iva del 22% e sminuendo in questo modo, una volta in più, un processo biologico e naturale che consente l’evento più importante e antico del mondo: la nascita di una nuova vita.
Quindi, in definitiva il ciclo mestruale è solo una foresta buia e pericolosa che si affronta da soli armati di coppette multiuso e assorbenti monouso? Assolutamente no. Per fortuna, come ogni foresta incontaminata che si rispetti, se si osserva bene si possono ammirare piante maestose che ti proteggono dal caldo con la loro ombra, fiori profumati e animali colorati. La donna è una creatura bellissima che durante il ciclo mestruale sviluppa e accentua la creatività, la sessualità. Il sangue non toglie nulla alla sua femminilità, anzi mostra per l’ennesima volta la sua forza nel sopportare i lati negativi con lo charme che la distingue e nell’affrontare in maniera assolutamente naturale la vita di tutti i giorni anche “in quei giorni”, rendendola quasi una supereroina il cui stemma sul petto ha la “P” di “Period Girl”. Ecco, piccola grande donna, una volta entrata nella foresta con lo spirito giusto, essa diventa un’oasi di sole e pura bellezza.