In un clamoroso scivolone che sta facendo il giro del web, il colosso dei giocattoli Mattel si trova al centro di una bufera mediatica per un errore di stampa quanto mai inopportuno. La casa produttrice di Barbie, proprio mentre cavalca ancora l’onda del successo del film con Margot Robbie, è stata costretta a scusarsi pubblicamente per aver involontariamente stampato l’indirizzo di un sito pornografico sulla confezione delle bambole ispirate al musical “Wicked”.

Dalla Terra di Oz alle terre proibite del web

L’incidente ha dell’incredibile: invece di rimandare al sito ufficiale del film WickedMovie.com, il packaging delle bambole – destinate a bambini dai quattro anni in su – conduceva direttamente alla homepage di uno studio di produzioni per adulti. Un errore che ha mandato in frantumi la magia di Oz, costringendo il gigante dei giocattoli a una corsa ai ripari tanto rapida quanto imbarazzata.

Caccia alle bambole “maledette”

La Mattel ha immediatamente avviato il ritiro dei prodotti dagli scaffali di Walmart, Best Buy e Amazon. Ma come spesso accade in questi casi, ciò che per alcuni è uno scandalo, per altri diventa un’opportunità di guadagno: le bambole con l’errore di stampa stanno già comparendo su eBay a prezzi esorbitanti, che raggiungono le centinaia di dollari. Un paradossale effetto collaterale che trasforma un imbarazzante errore in un oggetto da collezione.

Dal danno alla beffa

Mentre la Mattel consiglia ai genitori che hanno già acquistato le bambole – dal prezzo originale tra i 25 e i 40 dollari – di “gettare la confezione o oscurare il link”, il musical “Wicked” si prepara al suo debutto cinematografico il 22 novembre. La storia, che narra le vicende delle streghe Elphaba e Galinda prima degli eventi del “Mago di Oz”, rischia ora di essere ricordata anche per questo curioso incidente di percorso, in cui la magia di un racconto per famiglie ha preso una svolta decisamente poco fiabesca.

Un errore che fa storia

Quest’episodio si aggiunge alla lista degli errori aziendali più clamorosi degli ultimi tempi, dimostrando come anche i giganti dell’industria possano inciampare in sviste tanto banali quanto costose. Un promemoria che nell’era digitale, dove ogni errore viene amplificato dai social media, la precisione nei dettagli è più cruciale che mai.