I “grattini” non fanno piacere solo ai gatti. In un’anonima via della periferia ovest di Milano, nascosto dietro un portone senza insegne, si cela un piccolo universo dedicato al relax e al benessere. Qui, nel cuore pulsante della Ghisolfa, ha aperto i battenti la prima Grattineria del Nord Italia, un concetto innovativo che promette di rivoluzionare il modo in cui concepiamo il relax urbano.
Ritorno all’infanzia: quando la coccola diventa terapia
“Pidipidi”: un nome che evoca ricordi d’infanzia, sussurri materni e carezze rassicuranti. È proprio da questi gesti d’amore primordiali che nasce l’idea della Grattineria, un luogo dove riscoprire il potere terapeutico del tocco gentile. Non si tratta di un semplice centro massaggi, ma di un’esperienza multisensoriale che promette di trasportare i clienti in uno stato di beatitudine quasi infantile.
L’arte del grattino: scienza o magia?
Dietro l’apparente semplicità del concetto si cela una solida base scientifica. Il trattamento si basa sull’Autonomous Sensory Meridian Response (ASMR), un fenomeno che induce una piacevole sensazione di formicolio e rilassamento attraverso stimoli uditivi e tattili. Ma c’è di più: i “grattini” stimolano la produzione di endorfine, gli ormoni del benessere, creando un circolo virtuoso di relax e positività.
Da TikTok alla realtà: il successo virale di un’idea nostalgica
L’idea, nata dalla mente creativa di Veronica Crisafulli, ha fatto il suo debutto su TikTok, conquistando milioni di visualizzazioni e una community appassionata. Il salto dal virtuale al reale è stato breve: dopo l’apertura del primo centro a Roma, Milano si è aggiudicata il primato al Nord, con piani di espansione che prevedono l’apertura di nuove sedi in tutta Italia.
Un’oasi di pace in un mare di cemento
Varcata la soglia della Grattineria, ci si trova catapultati in un’atmosfera ovattata, lontana anni luce dal caos cittadino. Luci soffuse, oli essenziali e una colonna sonora personalizzata accompagnano il cliente in un viaggio sensoriale unico. Qui, le mani esperte delle operatrici – Marina, Ylenia e Graziella – si muovono con grazia sulla pelle, liberando la mente da ogni pensiero.
Tra innovazione e precauzioni
Non mancano le sfide per questo business innovativo. Un recente episodio spiacevole ha portato alla temporanea sospensione dei trattamenti per uomini singoli, a dimostrazione di quanto sia sottile il confine tra relax e possibili fraintendimenti. La Grattineria, tuttavia, non si lascia scoraggiare e promette di affinare il proprio modello per garantire un’esperienza sicura e piacevole per tutti.
Il futuro è nelle tue mani (o meglio, sulla tua pelle)
In un mondo sempre più frenetico e digitalizzato, la Grattineria si propone come un ritorno alle origini, un’oasi di contatto umano in un deserto di interazioni virtuali. Che sia l’inizio di una nuova era del benessere o solo una moda passeggera, una cosa è certa: i milanesi avranno un nuovo modo per lasciarsi alle spalle lo stress quotidiano, anche se solo per 45 minuti.
Mentre la città continua a correre, in via Govone c’è chi ha deciso di fermarsi, chiudere gli occhi e lasciarsi trasportare dal potere di un semplice grattino. E voi, siete pronti a riscoprire il piacere di un tocco gentile?
Un oceano di meraviglie: il Wildlife Photographer of the Year 2024
Il Wildlife Photographer of the Year, il premio più ambito nel mondo della fotografia naturalistica, ha appena svelato i suoi vincitori per l’edizione 2024. Quest’anno segna un traguardo storico: il 60° anniversario di questo prestigioso riconoscimento conferito dal Natural History Museum di Londra. Mai come quest’anno la competizione ha dimostrato quanto la natura possa ancora sorprenderci, regalandoci immagini che sfidano l’immaginazione e catturano l’essenza stessa della vita selvaggia.
Il re degli abissi: Shane Gross
A conquistare il titolo di Wildlife Photographer of the Year è stato il canadese Shane Gross, fotoreporter specializzato in conservazione marina. La sua opera, intitolata “The Swarm of Life”, ci trasporta in un mondo sommerso di straordinaria bellezza. L’immagine, che ritrae un brulicante sciame di girini di rospo occidentale, è il risultato di ore di paziente attesa e abilità tecnica. Gross ha trascorso interminabili momenti immerso nelle acque di un lago dell’Isola di Vancouver, muovendosi con la delicatezza di un ballerino per non disturbare i fragili strati di alghe e sedimenti sul fondo.
Una giuria rapita dalla magia
Kathy Moran, presidente della giuria, ha elogiato l’opera di Gross definendola un capolavoro di luce, energia e connessione. “L’immagine cattura perfettamente l’intreccio vitale tra ambiente e creature che lo abitano”, ha commentato Moran. “Siamo entusiasti di aggiungere una nuova specie all’archivio del Wildlife Photographer of the Year, dimostrando come la natura possa ancora stupirci con la sua infinita varietà”.
Oltre l’ordinario: una nuova visione della natura
Negli ultimi anni, il concorso ha posto l’accento su ambienti e specie spesso trascurati, ma capaci di suscitare lo stesso senso di meraviglia delle più iconiche scene di natura selvaggia. Questa tendenza riflette un cambiamento nella percezione della fotografia naturalistica, che si spinge oltre i confini del consueto per esplorare gli aspetti più nascosti e sorprendenti del mondo naturale.
Un’esposizione da non perdere
Come da tradizione, le fotografie vincitrici saranno esposte al Natural History Museum di Londra. L’esibizione per il 60° anniversario, che aprirà i battenti l’11 ottobre, sarà un viaggio attraverso sei decenni di fotografia naturalistica. Oltre alle opere vincitrici di quest’anno, i visitatori potranno ammirare una selezione dei grand prix delle passate edizioni, ripercorrendo l’evoluzione di questa forma d’arte e il suo impatto sulla nostra comprensione del mondo naturale.
Il Wildlife Photographer of the Year 2024 ci ricorda, attraverso immagini di straordinaria potenza e bellezza, quanto sia prezioso e fragile il nostro pianeta. Ogni scatto è un invito a meravigliarci, a riflettere e, soprattutto, a proteggere la straordinaria diversità della vita sulla Terra.
Direttore editoriale di No#News Magazine.
Viaggiatore iperattivo, tenta sempre di confondersi con la popolazione indigena.
Amante della lettura, legge un po’ di tutto. Dai cupi autori russi, passando per i libertini francesi, attraverso i pessimisti tedeschi, per arrivare ai sofferenti per amore, inglesi. Tra gli scrittori moderni tra i preferiti spiccano Roddy Doyle, Nick Hornby e Francesco Muzzopappa.
Melomane vecchio stampo: è chiamato il fondamentalista del Loggione. Ama il dramma verdiano così come le atmosfere oniriche di Wagner. L’opera preferita tuttavia rimane la Tosca.