Il 4 e il 5 luglio SEXXX va in scena non sul palco, ma al cinema. Il film di Davide Ferrario è quasi un film sonda, un esperimento nell’idea e nella forma che invita appassionati di danza e non a quella che, più che visione di un film, è un’esperienza sensoriale.

L’introduzione di SEXXX è chiara e concisa. Riprende il filo della vicenda biblica di Susanna, la giovane e bellissima sposa spiata da due uomini anziani e infimi, dalle malvagie pretese. Ferrario apre il museo del balletto di Torino e ci permette di stare a guardare, come quei due anziani guardoni, un connubio fatto di corpi e spazi dinamici, che tendono l’uno verso l’altro, raccontandoci come il sesso possa esser dipinto, cantato e suonato anche dalla danza.

Inutile elogiare i ballerini professionisti messi in scena sul palco che muta in set, preferiamo dar voce alle scelte registiche e alle trovate geniali del coreografo. Il film, partendo già su una base sperimentale, lo diventa ancor di più quando ai ballerini viene data la possibilità di sussurrare all’interno di un microfono, al pubblico, agli altri ballerini o a chi volete, bisbigliando frasi che prendono il sesso come soggetto, con l’intento di mistificare passi e movimenti, ora lenti ed aggraziati, poi decisi e possenti.

Orgia danzata, un’ammucchiata di corpi nudi, sudati e magnetici. E tra le varie scenografie non viene meno neanche un filo logico del racconto, dove tra il possedere e il lasciar sfuggire un corpo si manifestano gli intimi movimenti passionali dell’animo umano.

Le riprese ravvicinate catturano lo spettatore che resta indiscutibilmente affascinato dagli animaleschi passi, dai salti e dal ticchettio ritmato delle scarpette sul palco.

Ferrante incornicia il suo dipinto, svuotato di ogni bucolismo, pennellando con l’aiuto del coreografo del balletto, maestosi corpi sanguigni, e lo fa incrementando quest’esperienza sensibile con il giusto accompagnamento musicale. David Bowie, Ultravox, The Longcut come colonna sonora di un’isteria artistica programmata e regolata.

Stonate e disordinate le sequenze extra che il regista inserisce nel suo film. Scene in bianco e nero davvero poco utili alla sua pellicola, che macchiano il suo buon operato.

Un film per tutti, dai cultori del genere e frequentatori di balletti, ma destinato anche a chi, nella totale ignoranza, vuole concedersi un viaggio artistico in un tunnel fatto di braccia, schiene, gambe, seni e visi.